• Tabularasa 2015 - Flavio Tranquillo e Fabio Cuzzola

    Tabularasa 2015 – Flavio Tranquillo e Fabio Cuzzola raccontano l’epica del Basket

    di Giovanni Foti – Come è cambiato il basket dagli anni ’80 ad oggi, il rapporto con giornali, radio e TV, ma soprattutto le differenze sostanziali presenti tra la nostra pallacanestro e quella d’oltre oceano. Questi i temi trattati dagli ospiti di eccezione di Tabularasa 2015, Fabio Cuzzola e Flavio Tranquillo nel talk sul tema “Quel basket che non c’è più”, condotto da Raffaele Mortelliti e Giusva Branca.

    Tabularasa 2015 - Flavio Tranquillo e Fabio Cuzzola
    Fabio Cuzzola

    Si parte con la rievocazione degli anni d’oro del basket a Reggio Calabria, affidata alla memoria di Fabio Cuzzola. “Negli anni ’80 il basket è stato per la città una delle salvezze. La Viola è diventata lo sfogo, spesso la casa per chi aveva il timore di stare in strada”.

    “Ricordo – ha aggiunto Cuzzola – file e file di giovani con la palla a spicchi in mano che attendevano il proprio turno per fare una partita in uno dei numerosi campetti della città. Tutti materiali scadenti per far parte di quello che per la citta era diventato il sogno che ti consentiva di non pensare a quello che succedeva per le strade”.
    “The voice” – così è chiamato Flavio Tranquillo dall’amico e collega Federico Buffa, anche lui citato nel corso della serata – ha esordito parlando del basket NBA agli inizi della sua carriera nel giornalismo sportivo: “Nel 1983 l’NBA era un sogno, una chimera, qualcosa su cui si poteva solamente fantasticare – dice Tranquillo -, oggi facendo il fast forward siamo in una situazione in cui il marketing NBA è presente ovunque”.
    Proprio sul tema caldo del marketing, la voce di Sky Sport afferma: “Nessuno come gli americani ha scoperto che Epica e Sport possano convivere. Noi a farci rubare le cose buone dagli americani siamo bravissimi, e l’Epica nello sport ce l’hanno messa loro. L’idea di rendere Epica la pallacanestro, come solennizzazione del racconto e portare le storie del campo alla vita di tutti i giorni è stata loro.
    Se una cosa diventa patrimonio di una comunità si vende di più, ed è una cosa di cui non si deve aver paura.
    L’ idea di demonizzare i soldi nello sport è una solenne scemenza, perché in uno sport in cui c’è grande successo commerciale è possibile pagare di più i giocatori, avere migliori palestre, migliori medici, staff più completi e alla fine puoi offrire un prodotto migliore e tutto ciò è nei migliori interessi del fruitore”.

    Tabularasa 2015 - Flavio Tranquillo e Fabio Cuzzola
    Flavio Tranquillo

    Su questo piano il lavoro del telecronista, ospite della serata, si ispira molto al modello americano, anche e soprattutto grazie all’influenza che Aldo Giordani e Dan Peterson hanno avuto su di lui e più recentemente all’amicizia e al rapporto lavorativo col sopracitato Federico Buffa.
    “L’utente medio oggi è più raggiungibile dalla NBA rispetto ad anni fa – continua -,questo grazie ad internet ed alla diffusione dei social network. I seguaci si sono moltiplicati, basti pensare che la pagina Facebook della NBA ha 140milioni di follower e il nuovo contratto televisivo che entrerà in vigore dalla prossima stagione darà 3miliardi di dollari all’anno invece che 1miliardo. In Europa in questo momento sta succedendo esattamente il contrario: tra un paio di anni le franchigie NBA saranno in grado di arrivare in Europa e prendere i migliori 20-30 giocatori europei. L’NBA ha il “know how” e i mezzi che in questo momento l’Europa non possiede”.
    Passando da una parte all’altra dell’Oceano e analizzando il basket europeo e più in particolare quello italiano Tranquillo afferma: “Per come erano strutturate le squadre nei primi anni ’90 c’era la possibilità con poche mosse di iscriverti ad un determinato tipo di gioco. Se, invece, adesso si decidesse di costruire una squadra per vincere l’Eurolega non basterebbero 40milioni di euro e comunque si farebbe fatica, perché le squadre hanno una composizione molto più variegata, con giocatori provenienti da tutto il mondo.
    A quei tempi era più facile, basti pensare alle varie Pesaro, Caserta, Treviso e la stessa Reggio Calabria”.
    Sulla situazione odierna del basket italiano Tranquillo dice: “Uno dei problemi del basket italiano è che le società e le piazze che si sono trovate ad esercitare un ruolo trainante come Bologna, Treviso, Siena, non hanno mai cercato di trasferire i loro valori all’interno del sistema della pallacanestro italiana”.

    A conclusione della, nell’ambito di Tabularasa Taste, il concerto della band Rock/Wave reggina, “Other Voces”, che ha intrattenuto il pubblico di piazza Irtalia, fino all’una.

    (Foto di Antonio Sollazzo)

    Tabularasa 2015 - Other Voices

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