• Quarantenni? Quelli bravi sono inutili

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    Chi scrive ha da poco superato la soglia dei 40 anni, e, dunque, vanta molte conoscenze, personali e professionali in questa fascia generazionali.

    Il fondo pubblicato da strill.it “Chi si è mangiato la Calabria?” (leggi qui) inchiodava alle proprie responsabilità non solo la generazione dirigente di coloro che oggi hanno sessanta anni o più, ma anche i quarantenni rampanti di oggi.

    Come era normale aspettarsi, nonostante le ripetute precisazioni che sottolineavano, comunque, la presenza di eccezioni singole, più di qualche quarantenne o su di lì ha masticato amaro e, dal suo punto di vista, con piena ragione.

    Chi, ogni giorno, nonostante tutto, si dedica con passione e competenza alla propria attività – e, grazie a Dio ce n’è – non ci sta a finire nel calderone dei quarantenni senza né arte né parte evidenziato da strill.it.

    Ed è comprensibile assai.

    Dobbiamo chiederci, però, alla luce dei fatti, quanto questo pezzo ancora sano di classe dirigente riesca ad incidere sul meccanismo modificandolo; la risposta è zero!

    Zero perché il sistema – creato a partire dagli anni ottanta con i meccanismi esposti – si blinda e non consente a nessuno di penetrarlo dall’esterno; chi prova ad avvicinarsi con criteri diversi dal sistema medesimo resta ai margini.

    E tutto ciò non fa che accrescere l’amarezza.

    A che serve andare a letto, la sera, con la coscienza tranquilla di chi ha fatto tanto e bene se, poi, non è servito a spostare le cose di un solo millimetro?

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