Il rapporto tra il terremoto del 1908 ed il rischio sismico nell’area dello stretto; la fase di ricostruzione; i nuovi linguaggi dell’architettura tra il 1920 ed il 1940 ed i nuovi progetti per Reggio. Questi i temi del convegno, “Reggio Calabria, 100 anni dal sisma”. L’evento promosso da l’ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia), Marina Militare, comune di Reggio Calabria, con il contributo del consiglio Regionale della Calabria, Università “Mediterranea” istituto nazionale di “Urbanistica”, rappresenta una delle tante iniziative presenti all’interno della “Settimana del mare”.
La ricorrenza del centesimo anniversario del terremoto che rase al suolo le città di Messina e Reggio Calabria costituisce una tappa di riflessione obbligatoria, per quello che è considerato uno degli eventi più catastrofici del XX secolo. Trentasette “interminabili” secondi in cui due città vennero danneggiate gravemente.
L’apertura del convegno, affidata alle parole del Prof. Massimo Giovannini, Rettore dell’Università “Mediterranea”, mette l’accento sulla posizione particolare della Calabria, zona da bollino rosso, “L’area dello Stretto rappresenta una zona dal pericolo imminente, bisogna osservare il passato per capire la nuova Reggio che verrà”. “L’evento sismico del 1908 rappresentò un evento dalla portata distruttrice notevole”, conferma Aldo Santini, neo Preside della facoltà di Ingegneria, “circa il 90 % delle abitazioni vennero raso al suolo. Alle ore 5,21 del mattino“- continua il professore- “nella piena oscurità e con gli abitanti in parte immersi nel sonno, un terremoto, che raggiunse i 7,5° gradi della scala Richter, seguito da un maremoto, misero a soqquadro le coste calabro-sicule”. Finita la conta delle vittime e dei danni, non rimaneva altro che, ricostruire una città. L’intervento, dell’architetto Luigi Zumbo, mette in luce l’apporto dell’architettura nelle fasi di costruzione post-sisma, con un’attenzione particolare allo stile liberty che caratterizò la rinascita reggina. “Oggi tuttavia la città sembra costruita solo per metà” conferma la Professoressa Francesca Moraci, Direttore dipartimento di scienze ambientali e territoriali, “Bisogna produrre con razionalizzazione e vedere in quali condizioni si trova lo stato dell’arte”.
In conclusione una piccola nota di merito, va ai ragazzi dell’ istituo professionale per i servizi turistici “Umberto Boccioni”, per l”impegno e la dedizione nel fornire servizio permanente di Hostess e Stewart, alla “sette giorni del mare”.
Francesco Pizzimenti