di Marina Malara – L’aggiudicazione dei lavori per la costruzione e la gestione trentennale del nuovo scalo ferroviario del porto di Gioia Tauro a Sogemar è un passo avanti nella concretizzazione della competitività della grande infrastruttura calabrese, soprattutto se messa in collegamento con altre due situazioni di portata internazionale e nazionale che si sono verificate ultimamente. Si tratta della recentissima attivazione del corridoio europeo ferroviario per il trasporto delle merci e della inaugurazione del raddoppio del Canale di Suez lo scorso agosto. Andiamo con ordine. Due settimane fa è stato attivato il corridoio europeo ferroviario per il trasporto delle merci che si estende dai mari del nord fino al Mediterraneo e che, gioco forza, passerà anche per l’Italia da nord a sud. Si tratta di un collegamento in termini di servizi e non in termini di binari veri e propri. Nel contempo è prevista anche l’attivazione entro il 2030 del corridoio infrastrutturale italiano, quindi in termini di binari veri e propri, sempre da nord. Questi due corridoi nord sud, insieme, rappresentano un’opportunità straordinaria di sviluppo, che dovrà necessariamente coinvolgere anche il porto di Gioia Tauro e il suo gateway ferroviario, che nel frattempo sarà pronto visto che i lavori dovrebbero terminare intorno alla metà del 2017. L’obiettivo dell’Europa è quello di trasferire il trasporto delle merci dalla modalità stradale a quella ferroviaria, decisamente più sostenibile in termini ambientali. Passiamo ora alla seconda opportunità positiva da sfruttare a tutti i costi. Il raddoppio del Canale di Suez e le nuove dinamiche da questo innescate provocheranno un ampliamento del baricentro mondiale dei flussi di merci, unendo il Mediterraneo al Golfo Persico. Lo afferma il quinto rapporto annuale “Le relazioni economiche tra l’Italia e il Mediterraneo”, pubblicato da Studi e Ricerche per il Mezzogiorno del Gruppo Intesa San Paolo. Nello studio si evidenzia che il raddoppio consentirà una riduzione dei tempi di percorrenza stimati in 6-7 ore e porterà la capacità media di traffico giornaliero da 49 a 97 navi con un risparmio medio di circa il 5-10% dei costi operativi totali. Lo stesso studio afferma che il raddoppio del Canale potrà avere un impatto particolarmente importante per i porti gateway del Nord Italia e del Mezzogiorno che ricevono una quota rilevante dei traffici via Suez: tale valore, ad esempio, raggiunge il 51% dei container movimentati a Genova e il 47% a La Spezia e quasi il 40% a Gioia Tauro. Quest’ultimo, una volta terminati i lavori del gateway, potrebbe diventare il porto con le caratteristiche migliori per accogliere le enormi navi in transito che necessitano di fondali particolarmente profondi che, al momento, solo Gioia Tauro possiede, a differenza degli altri porti che dovrebbero invece adeguarli con lavori certamente ingenti.
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