di Clara Varano – Oggi è la giornata di “Libera” a Catanzaro. Non è la solita manifestazione organizzata genericamente contro la criminalità organizzata alla quale restare indifferenti. Oggi “Libera” a Catanzaro ha un significato diverso. Non riguarda più solo la famigerata Zona Sud, dove disordini e crimine sono le prime parole che i bambini imparano per strada. No, oggi quel disordine e quel crimine sotto la pelle lo vive tutta la popolazione. Dai quartieri “alti” a viale Isonzo. L’isola felice non c’è più o forse non c’è mai stata. Svegliarsi nella notte per un ordigno ad alto o basso potenziale non è più prerogativa di località dove la ‘ndrangheta fa sentire la sua presenza anche nell’aria che si respira. Ora è diventata, non una prerogativa, ma un’aspettativa anche a Catanzaro. Qui che alla prima rapina in centro i cittadini erano così sconvolti da non crederci. La città non è pronta. Non è pronta perché per anni a Catanzaro la ‘ndrangheta, la criminalità vera e non quella da imputare ai “soliti rom”, non ha mai mostrato il suo volto. Perché? I motivi possono essere tanti. Catanzaro è un snodo importante per i palazzi del potere e turbarne l’equilibrio avrebbe potuto turbare altri equilibri ben più importanti, quelli che riconducono ad una sola via: il denaro, unico vero dio di lor signori della montagna. E quindi? Come leggere quanto accade? Si tratta di persone definite in gergo criminale “Libere e vincolate” cioè che agiscono autonomamente senza ledere gli interessi maggiori della ‘ndrangheta, o cosa?
Fino a poco tempo fa la macchina bruciata al sindaco di Zagarise e quelle del consigliere regionale Arturo Bova, sarebbero rimasti episodi legati a quel territorio, ma adesso non si può non notare che quegli episodi sono stati preceduti, in pochi giorni, da una bomba ad una farmacia di Lamezia, da due macchine bruciate al responsabile amministrativo del Comune di Badolato, dall’incendio ad un supermercato a pochi passi dal centro di Catanzaro, da una bomba in un altro supermarket, dalle fiamme dello stabilimento balneare “Sunrise”, da due rapine in centro. Insomma che succede? Vertici in Procura, vertici in Prefettura. Sicurezza, telecamere. E intanto mentre prima il catanzarese medio se sentiva un rumore simile ad una esplosione pensava subito ad un incidente adesso a mutato pensiero: “Cosa è saltato all’aria?”.
Leggi anche:
Criminalità: ‘Finalmente’ arriva in consiglio a Catanzaro dopo mesi di immobilismo