di Angela Panzera – La Corte d’appello di Reggio Calabria ha condannato ad un anno di carcere,con pena sospesa, Pasquale Tripodi. L’ex consigliere regionale era accusato di truffa
ai danni della Regione Calabria, ma alla luce della decisione dei giudici di piazza Castello per lui il reato è stato derubricato. Stando all’impostazione accusatoria il politico dichiarò di essere residente a Messina per ottenere una quota più alta di rimborsi previsti per i consiglieri regionali, ma in realtà risiedeva nella provincia di Reggio Calabria. In primo grado fu assolto dal Gup Francesco Petrone. Subito dopo la sentenza di assoluzione, il sostituto procuratore generale Alberto Cianfarini ha appellato quanto deciso dal gup e la Corte, presieduta da Lilia Gaeta ha ribaltato quanto stabilito in primo grado; accolto anche quanto richiesto in subordine dal difensore Emanuele Genovese ed è per questo che i giudici hanno derubricato il reato nei confronti dell’imputato. Non più truffa ai danni della Regione Calabria bensì indebita percezione di erogazioni. In buona sostanza Pasquale Tripodi ha sì percepito rimborsi che non gli spettavano, nel periodo compreso fra il 2 luglio del 2007 e il 3 dicembre del 2008, ma non intenzionalmente. Escluso infatti il dolo. Per l’accusa invece Tripodi avrebbe volontariamente dichiarato di essere residente a Messina e non a Reggio Calabria per ottenere rimborsi così come previsto dalle norme che disciplinano l’attività lavorativa fra i Consiglieri regionale e l’ente. L’attività d’indagine avrebbe interessato l’ambito delle indennità di trasferta che i consiglieri regionali percepiscono a titolo di rimborso delle spese per raggiungere dal luogo di residenza la sede istituzionale. Indennità legata in percentuale ai chilometri da percorrere e che aumenta sensibilmente in caso di residenza fuori regione. Tripodi, secondo l’accusa, avrebbe mantenuto per anni la sua residenza a Messina pur vivendo e svolgendo la propria attività in riva allo Stretto. Alla luce di questa sentenza di appello il politico non ha volontariamente messo in atto questo meccanismo, ma a Palazzo Campanella comunicò si di essere residente a Messina ma di essere anche domiciliato a Pellaro, alla periferia sud della città. Il consiglio regionale diede il via a questi rimborsi che adesso saranno soggetti a una nuova procederà di recupero per l’ente.