di Clara Varano – Incontro unico in Calabria tra esperti nazionali di piccola e media impresa oggi a Copanello di Stalettì, in provincia di Catanzaro. Sul tavolo argomenti come garanzie, banche, pubblica amministrazione, investimenti. Il seminario dal titolo “Una nuova finanza è possibile. Strategie per le PMI” ha lasciato pochi spazi a dubbi ed interpretazioni: le banche devono cominciare a dare fiducia alle imprese, altrimenti la Calabria, l’Italia tutta non va da nessuna parte. A discuterne i rappresentanti del mondo economico e industriale, messi a confronto da Alessandro Plateroti, vice direttore de “Il Sole 24 Ore”, che ha coordinato i lavori. Prima che le diverse tavole di discussione fossero aperte, il saluto agli ospiti di Aldo Ferrara, presidente piccola industria Confindustria Calabria, il quale ha chiarito come “trattare di questi temi, nella regione che ha sempre avuto il più basso accesso al credito, significa affrontare di petto la questione”, sottolineando che “bisogna ricostruire i rapporti tra imprese e istituti di credito per dare la possibilità alle piccole imprese di proseguire il loro lavoro”. A rappresentare la Calabria, Daniele Rossi, presidente Confindustria Catanzaro, Giuseppe Speziali, presidente Confindustria Calabria, Paolo Abramo, presidente della Camera di Commercio Catanzaro, Renato Pastore, presidente Unionfidi Calabria e Fiorenzo Sbabo, vice presidente Banca Nuova. Che hanno incentrato il loro discorso sulle condizioni della Calabria e sui Confidi (LEGGI QUI IL FOCUS SULLA CALABRIA). E sempre di confidi si continua a discutere durante il secondo momento di riflessione, con Pietro Mulatero, presidente Federconfidi, il quale ha evidenziato che “è necessario il mondo dei confidi diventi più efficiente e che stia più vicino alle imprese”. “Dobbiamo studiare un metodo che avvicini le due realtà, mettendo in mostra i punti di forza di ciascuna impresa, perché diventi ‘bancariamente’ interessante. 9 volte su 10 l’imprenditore è sottovalutato. Questo non deve più accadere. Si deve creare una filiera che realizzi tutto ciò, ripartendo però il rischio tra tutti gli attori”. Quanto al Fondo di Garanzaia, Salavatore Vescina, membro del comitato di gestione del Fondo per le Pmi, ha chiarito che questo “funziona e funziona anche bene” ciò che è fondamentale “è agire sulla governance del fondo per la gestione degli strumenti e la valorizzazione della filiera, della quale, come garanzia ci stiamo impegnando perché vi rientrino anche le Regioni”. Al tavolo di discussione anche l’Abi, con il responsabile dell’ufficio crediti, Raffaele Rinaldi che ha ribadito come “la politica monetaria ha giocato tutte le sue carte”, il problema “è il rischio di credito, perché interi sistemi economici sono in difficoltà”. “Le banche – evidenzia Rinaldi – vogliono continuare a lavorare con i Confidi. E’ necessaria una cooperazione, ma anche che si trovi un sistema di garanzie per i Confidi che siano Basilea compliant”. “Se le imprese che sono rimaste cadono – conclude i lavori Massimo Cavazza, vice presidente picola industria Confindustria – è solo per mancanza di credito”. Quanto alle novità finanziarie per le Pmi, Renato Salsa, Senior partner Fondo italiano di investimento, spiega al riguardo come “stiamo lanciando un fondo dei fondi di minibond con final closing di 500 milioni di euro”. “I minibond – ha rimarcato Salsa – servono per il rafforzamento bancario, per questo stiamo cercando di far crescere gli operatori in questo settore. Bisogna solo creare una nuova cultura perché i minbond sono complementari al credito bancario e all’equity”. Altro elemento di novità l’entrata in Borsa Italiana di “imprese che fatturano anche meno di 10 milioni di euro”, ha chiarito Patrizia Celia, Relationship manager primary Borsa italiana. “Borsa – ha continuato Celia – ha dedicato un grande sforzo per capire quali sono le esigenze della Pmi. Abbiamo creato dei mercati grazie ai quali i piccoli imprenditori possono entrare in contatto con le realtà dei grandi investitori. Questa è la mission di Borsa, finanziare la crescita delle imprese perché attraverso questa cresce il Paese. Per il Sud, è solo necessario far capire alle imprese che la trasparenza è un punto di forza”. “E’ importante – ha dichiarato Giuseppe Ponzi, vice presidente piccola industria Confindustria – creare una liquidità per il debt menagment anche per le piccole imprese, perché i minibond sono destinati a pochi. Le imprese italiane, nonostante la crisi, creano valore, esportano e non hanno paura. Gli imprenditori e l’impresa devono trovare solo un punto di incontro con il mondo finanziario”. A conclusione del seminario Alberto Baban (LEGGI LE DICHIARAZIONI SU CALABRIA), presidente Piccola industria Confindustria, e Vincenzo Boccia (LEGGI LE DICHIARAZIONI SU CALABRIA), presidente Comitato tecnico credito e finanza Confindustria, hanno spiegato come il cambiamento passi attraverso il lavoro comune, gli investimenti, il credito, “le star up di cui la Pmi è espressione continua per innovazione di idee” e “la valorizzazione della cultura, del Made in Italy ed lo storico settore del manifatturiero”.
