“Reggio ha paura del vuoto! Su ogni spazio libero deve assolutamente costruire qualcosa, troppo spesso mostruoso e legalmente inaccettabile!”. Sono le parole usate da Maria Caterina Gattuso, presidente del circolo Legambiente di Reggio, nel corso della conferenza stampa di presentazione della tappa a Reggio di “Occhio alle coste”, la campagna promossa dalla Regione insieme con Legambiente. Si è detto nel corso del dibattito che vi è “l’urgenza di rivalutare i metodi adottati dal Comune per rendere il litorale reggino appetibile turisticamente”. Per Legambiente i problemi riguardano le strutture estive che ottengono la concessione di occupare il territorio demaniale senza comunque ottemperare alle norme che vincolano le stesse ad utilizzare elementi non rimovibili. “I gazebo dei lidi privati – ha detto il coordinatore regionale, Antonino Morabito – sono attività importanti ed utili, ma come ogni cosa hanno bisogno di regole chiare, attente a tutte le esigenze sociali, distribuite equamente lungo il litorale cittadino senza rendere alcune parti della città sovraccariche e altre prive sia di spazi privati che di spazi ben mantenuti per la libera fruizione. Ferma invece la nostra condanna verso tutte le azioni illegali”. In un comunicato diffuso dall’Associazione immediatamente dopo la chiusura della conferenza stampa sono stati riportati alcuni commenti riguardo l’opera che si sta realizzando nella zona del Tempietto sul Lungomare che, a quanto pare, non rispetterebbe i canoni di struttura removibile che erano stati richiesti al momento del rilascio della licenza. Sembra infatti che al posto di una struttura prefabbricata in legno siano stati utilizzati elementi in cemento armato e tramezzature in laterizi difficilmente. Ancora, nella zona del Lido Comunale dove è in corso di realizzazione l' hotel-villaggio ''Al Corallo'', ci sarebbero secondo Legambiente delle dissonanze: “La struttura ha avuto l’autorizzazione in quanto ristrutturazione dell'ex pastificio Primerano. In realtà sta sorgendo un complesso turistico che prevede una struttura alberghiera con annessi 30 alloggi e i relativi servizi. I nuovi manufatti, oltre a costituire un impatto notevole sulla fascia costiera, ricadono in un'area dichiarata a rischio nel Piano di assetto idrogeologico. Il complesso turistico ha inoltre un accesso limitato in quanto l'unica entrata è data dalla già precaria via Rada Giunchi che attraversa il letto della fiumara Caserta, uno degli scarichi fognari liberi più imponenti, che convoglia numerosi scarichi abusivi della città, con evidenti problemi di igiene, viabilità e sicurezza”. “I blitz contro i due ecomostri – ha detto dichiara Lidia Lotta, di Legambiente – evidenziano un abusivismo 'legalizzato' che chiediamo di fermare. Stiamo verificando le conformità dei progetti e delle relative autorizzazioni rilasciate, ma il dato certo che queste costruzioni pongono in evidenza è l'assoluta mancanza da parte del Comune di Reggio di una complessiva e chiara idea della valorizzazione della fascia costiera urbana”.