Sulla scorta della terremoto che ha colpito il Centro Italia, la riflessione sulle condizioni degli immobili in Calabria sembra farsi sempre più urgente. Con un sisma della stessa intensità di quello che ha appena sconvolto migliaia di persone, i danni per la regione potrebbero essere devastanti. Come riportato da Gazzetta del Sud, gli edifici esposti a rischio sismico sono numerosi: dall’Ospedale Pugliese di Catanzaro, ai nosocomi di Paola, Palmi, Crotone e Vibo; vaste parti degli ospedali riuniti di Reggio Calabria, il Polifunzionale e le maisonette dell’Università della Calabria, il Palazzo di giustizia di Locri e tantissimi istituti scolastici disseminati in tutto il territorio: da Tropea a Gioia Tauro, da Reggio a Crotone, da San Giovanni in Fiore a Cosenza, passando per decine di piccoli centri delle 5 province.
Del resto anche il governatore Mario Oliverio e la Giunta, si erano immediatamente preoccupati di capire i rischi per la Calabria, all’indomani dei fatti di Amatrice. Quello che è subito saltato agli occhi, oltre al numero di edifici non a norma, pubblici e privati, è la quasi totale assenza di piani di emergenza ed evacuazione per le popolazioni, di cui tutti i Comuni dovrebbero essere dotati per legge.
Per questo motivo, la squadra di Oliverio, si è dotata di un piano per la Calabria che si occuperà di capire i rischi, le emergenze e le priorità, tanto per i terremoti, quanto per le alluvioni. Priorità a scuole ed ospedali, poi a seguire si passerà ad un censimento per i privati. La Calabria, infatti, è tra le terre più “devastate” dall’abusivismo edilizio, che a detta dello degli esperti, è tra le prime cause di morte: “Non sono i terremoti ad uccidere – hanno ripetuto in molti in questi giorni – ma le opere dell’uomo”.