• Michele Gravano

    Calabria – Gravano (Cgil): ‘Noi sindacati, sulla Sanità dormimmo. Ma a Renzi e Oliverio dico…’

    di Mario Meliadò – Dall’autunno “caldo” all’inverno “bollente”: la Cgil, guidata in Calabria da Michele Gravano, passa dalle lotte per i precari (che continuano) alle bacchettate a Governo centrale e Regione 2.0 indistintamente…

    Segretario Gravano, voi al neo Governatore Mario Oliverio l’avete detto chiaro e tondo: dopo Loiero e Scopelliti, basta Presidenti “pure” commissari governativi per la Sanità. Conferma?
    Confermiamo e, fermo restando che in merito toccherà al Consiglio dei ministri decidere, siamo sempre più convinti che per Oliverio sarebbe un boomerang. Che le due figure debbano essere distinte, lo ha sancito il “Patto per la salute” sottoscritto a luglio tra Stato e Regioni perché tutte le esperienze di segno diverso sono state fallimentari. E poi, la politica va estromessa dalla gestione della Sanità, da affidare solo ai tecnici, alle competenze. Modificando l’assetto di Dipartimenti e uffici che hanno prodotto disastri.

    Il motivo per cui non volete Oliverio commissario è molto chiaro. E lui, perché si ostina a volerlo fare?
    La Sanità rappresenta ben oltre metà del bilancio della Regione, impattando la vita di tantissimi cittadini e operatori; inevitabilmente, è “il” terreno su cui si misura una politica innovatrice. Il fine dunque è sacrosanto, però Oliverio sbaglia a perseguirlo volendosi annettere lo strumento del commissariamento. Cercheremo di dissuaderlo fino allo spasimo. Peraltro, rivendichiamo per il Governatore più poteri d’indirizzo: capacità d’indicare e poi centrare gli obiettivi, la politica dovrebbe misurarsi su questo terreno.

    Eppure, col centrosinistra e col centrodestra, legioni di top manager hanno fallito gli obiettivi nelle Aziende; spesso, la Regione ne ha bocciato i bilanci (!). E sono rimasti dov’erano. E non sembra che le parti sociali abbiano urlato allo scandalo. Chi dice che stavolta lo farete?
    Nessun problema a fare autocritica: spesso, noi sindacati sulla Sanità abbiamo dormito, e non solo in Calabria. Nessuno, parti sociali incluse, può considerarsi estraneo alle gigantesche difficoltà che si sono prodotte. Al contempo, abbiamo il dovere di guardare al futuro. Cambiare direzioni strategiche in base alla fedeltà politica, lasciando ai margini il merito, è l’errore di sempre: stavolta, la Calabria non può permetterselo.

    E poi c’è il Jobs Act. Susanna Camusso vede rosso (anzi, “nero”), ok; ma qui voi sfidate i parlamentari calabresi a spiegare di persona ai lavoratori perché mai l’abbiano votato…
    Sfida lanciata a deputati e senatori che hanno votato il Jobs Act e si definiscono “di sinistra” pur violando un risultato della Sinistra storica e della Sinistra cattolica. All’epoca, si disse che la Costituzione “entrava” nei luoghi di lavoro; ora, si restituisce all’imprenditore discrezionalità assoluta in tema di licenziamenti. Renzi e questi nostri politici sottraggono diritti e riducono il lavoro a merce, come nell’800.

    Sì, ma il profilo politico di questo “schiaffo”?
    …Mica i parlamentari calabresi possono continuare a nascondersi. Devono rispondere al mondo del lavoro e ai giovani di questo scempio. Né questi, nel chiedere il voto ai calabresi, hanno mai detto che avrebbero agito così… ma il nodo non è questo. Ernesto Magorno e Nicodemo Oliverio dicono che il Jobs Act “crea lavoro”: ma, sempre che accada davvero, lavoro con quale dignità?, con quali diritti? L’occupazione “sana” nasce da investimenti e adeguate politiche per il Sud. Noi risponderemo a questa vergogna con sit-in, scioperi, presìdi sui luoghi di lavoro. In dettaglio, le iniziative saranno calendarizzate a livello nazionale, sùbito dopo l’Epifania.