“Voglio restare me stessa. Non voglio che la gente pensi che non sia più la stessa persona in cui crede. Solo perché è diventata presidente del Consiglio “. Il virgolettato appartiene a Giorgia Meloni ed è riportato da Repubblica, in un colloquio avuto con il quotidiano la Repubblica.
“Io – ha ammesso – sono orgogliosa di quel che ho fatto nella vita, di come ho costruito il mio percorso dal nulla e non sopporto coloro che ironizzano e pensano di avere a che fare con la ragazzina alla quale poter sempre insegnare qualcosa e da trascinare di tanto in tanto nel fango, basta tirarla giù ed è fatta. Io non mi faccio tirare giù, non lo permetterei a nessuno”.
Sono giorni di grande lavoro per il governo. La necessità di lavorare sulle strategie economiche della Manovra impone ritmi serrati e necessità. “Davvero – ha chiarito la premier – siamo pronti a lavorare anche nei giorni di festa pur di approvarla, non ci trascineremo certo fino all’esercizio provvisorio”,
L’altra sfida è il Pnrr. “Col mio predecessore – ha detto Giorgia Meloni su Draghi – ho dialogato con grande profitto nella fase di transizione, sono al servizio delle istituzioni e non criticherò mai chi ha ricoperto la carica fino a poche settimane fa. Ma è un dato incontrovertibile che dei 55 obiettivi da centrare entro fine anno a noi ne sono lasciati 30”.
E poi il passaggio sui migranti: “Il problema è semplice. L’Europa, come andiamo dicendo da tempo, deve farsi carico del problema perché l’Italia non può più accettare che la selezione la facciano gli scafisti”.
“A Macron, col quale ci siamo scambiati dei messaggi dopo la tragedia di Ischia, l’ho anche detto. I 38 migranti – ha detto Giorgia Meloni – accolti Oltralpe non risolvono il problema. Del resto, loro, come i tedeschi e altri, possono davvero decidere alla frontiera chi ha requisiti e chi no all’ingresso, chi può essere utile come manodopera per le aziende e chi no. Da noi, ripeto, la selezione via mare la fanno i trafficanti che gestiscono i barconi. Non è più accettabile. Bisogna fermare questo mercato. L’Italia – insiste – non può essere il solo Paese costretto a pagare il costo delle ondate di migrazione dall’Africa”.