Sono già iniziati da qualche giorno i discorsi relativi ad una possibile casella vacante nel prossimo campionato di Serie B. Una possibilità che, secondo alcuni, potrebbe dipendere dalla mancata iscrizione della Reggina.
Un’eventualità per cui fanno il tifo soprattutto le squadre retrocesse. Non è una novità, considerato che è prassi consolidata nel calcio gufare persino le mancate iscrizioni. Non esattamente il massimo se si considera che la ruota gira e prima o poi rischia di toccare ad ogni tifoso questa brutta circostanza.
Magari succederà un po’ meno se, da ora in avanti, altre squadre ricorreranno al Decreto Salva Imprese. La Reggina, trovatasi con 22 milioni di euro di debiti, provenienti dalle precedenti gestioni, ha trovato la via per uscirne.
Entro questa settimana si attende l’omologa del Tribunale Fallimentare di Reggio Calabria che darà il via libera al piano di ristrutturazione del debito. In questo momento in casa amaranto non si considerano altre eventualità, poiché si ha quasi certezza di avere fatto le cose al massimo delle possibilità.
Anche le eventuali perplessità dei creditori dovrebbero adeguarsi ad una sentenza che sarebbe subito esecutiva nell’interesse della continuità aziendale e nella tutela di chi deve vedersi pagato delle spettanze. L’alternativa sarebbe il fallimento e che nessuno prenda un centesimo o quasi.
La Reggina, invece, con la famigerata omologa dovrebbe onorare il proprio piano di rientro e dovrà farlo con la copertura delle fideiussioni già presentate. La sentenza è attesa entro il 10 giugno.
A quel punto la Reggina vedrebbe partire una nuova primavera, con la strada in discesa verso l’iscrizione al campionato 2022-2023 (Scadenza 20 giugno).