Un disastro. Non ci sono altre parole per descrivere i bilanci della Reggina nel biennio precedente alla gestione Saladini, benché qualunque conduzione (anche virtuosa) avrebbe risentito in maniera considerevole degli effetti legati al Covid. La Gazzetta dello Sport ha spiegato nei dettagli ciò chce prevede il piano di rientro del club amaranto. Quello che, per intendersi, porterà la società ad ottenere l’omologa che ridarà un nuovo assetto finanziario alla Reggina che potrà guardare al futuro con fiducia.
Il club dovrà onorare un piano di rientro legato alla ristrutturazione del debito.
Al 31 dicembre la Reggina aveva 22,1 milioni di debiti, di cui 15,5 verso l’Erario. Questi ultimi saranno stralciati per il 95%. La Reggina dovrà cioè pagare solo 800.000 euro più i restanti.
Ma perché allo Stato conviene accettare questa soluzione? La Gazzetta dello Sport spiega che un professionista indipendente, nella sua relazione accompagnatoria, ha segnalato come questa soluzione sia “funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori tributari e contributivi rispetto a una ipotesi di liquidazione giudiziale”
A ciò si aggiungono i 7 milioni che Saladini si impegna a versare in due stagioni.
Tradotto: secondo un esterno e disinteressato il piano presentato della Reggina è assai meglio per tuti i creditori rispetto ad un fallimento. Questo è molto più che una direzione indicata al Tribunale Fallimentare per la definitiva apporvazione dell’omologa che dovrebbe arrivare ai primi di giugno. L’articolo spiega tutto nei dettagli.