Un grido di protesta, un’immagine riflessa allo specchio di una società, la nostra, che
non ha mai riconosciuto l’arte, la cultura e lo spettacolo in generale come un lavoro
vero e proprio: questo è “Meglio in nero”, il singolo di Calvosa e Zalles feat Puccia,
registrato in Calabria e nel Salento, che uscirà su tutte le piattaforme digitali lunedì
23 novembre.
Il 9 novembre, per scelta degli stessi Calvosa e Zalles, il pezzo è stato messo in pre
ordine su Itunes Store e Amazon, alla simbolica cifra di 1 euro per evidenziare che
dietro la costruzione di un brano c’è tanto lavoro e una produzione che ha dei costi
non indifferenti.
Questo periodo storico così complesso ha messo prepotentemente in ginocchio tutto
un settore che rischia di scomparire o, nel migliore dei casi, rischia di perdere
velocemente anni di studio, investimenti e professionalità e che, ad oggi, non sa come
affrontare le più semplici spese che la vita quotidiana comporta (“tocca va ruba ca
tocca campa, pe li piccinni pe la famija”; trad. deve andare a rubare perché deve
campare, per i bambini per la famiglia).
Il singolo nasce dall’idea del trombettista Emanuele Calvosa; il testo del brano è stato
scritto da Fabio Guido, in arte Zalles, e lo special da Marco Perrone, meglio
conosciuto come Puccia, storico componente del gruppo Apres La Classe.
“Meglio in nero” vuole mettere in risalto tutte le difficoltà che stanno affrontando gli
artisti, i tecnici, le maestranze e le lavoratrici e i lavoratori della cultura e dello
spettacolo.
“Meglio in nero, meglio in nero! Come i lavoratori del medioevo.
Meglio in nero, meglio in nero! Stando a casa io m’avveleno”, cita l’inizio del
singolo a sottolineare che, purtroppo, non basta neanche essere in regola in Italia,
dato che comunque non viene riconosciuta l’attività lavorativa di tutto un comparto
che, come canta Puccia, “ci nu fatica a quai nu mangia” (trad: chi non lavora qua non
mangia).
Questo settore, inoltre, non ha certezze di quanto ci vorrà per poter nuovamente
lavorare e né ha modo di sopravvivere perché i bonus ( “Bonus, bah! Io ti maledico!
Che è da mesi che mando email e giro in mutande”) sono arrivati, ai più fortunati,
con un ritardo allarmante e imbarazzante, neanche fossimo nel Medioevo!
“Meglio in nero” è anche la dimostrazione di quello che la musica crea, di come terre
con una cultura musicale diversa come Salento, est Europa e Calabria possano
intrecciarsi tra loro e dare vita a qualcosa di unico e prezioso. Un vero inno alla
multiculturalità, al concetto di musica senza confini, di musica intesa come veicolo di
messaggi rivoluzionari, di emozioni, speranza e condivisione di obiettivi comuni tesi
a migliorare la vita sia di chi la suona che di chi la ascolta.
Calvosa e Zalles è un progetto che delle contaminazioni ne ha fatto la sua forza.
Nasce nel 2019 dall’incontro del trombettista calabrese Emanuele Calvosa (che ha
all’attivo importanti collaborazioni con Takabum Street Band, Brunori SAS, Cesare
Dell’Anna e Opa Cupa, Red Basica, Tekemaya e che ha partecipato in prima linea,
con il suo illustre collega Gabriele Blandini, alla manifestazione organizzata per le
lavoratrici e i lavoratori e le maestranze della cultura e dello spettacolo che si è tenuta
a Lecce il 31 ottobre 2020) con il chitarrista e bassista Fabio il Zalles (leader della
storica band arbereshe “Spasulati”), e si nutre di diverse culture musicali per
amalgamarsi con le più moderne sonorità reggae, ska e rock.
Insieme a Emanuele Calvosa, Fabio Zalles Guido, Marco Puccia Perrone hanno
registrato:
Giacinto Maiorca (drum)
Alessandro Lombardi (guitar)
Oscar De Caro (tuba)
Gino Semeraro (guitar)
Luigi Grande (keyboard)
Alessandro La Neve (saxofone)
Giuseppe Oliveto (trombone)