Di tanto in tanto si discute di barriere architettoniche e di disabilità. Grandi discussioni grandi convegni, leggi spesso inattuate, parole al vento. Il politicamente corretto dei nostri giorni ci ha addirittura imposto una nuova definizione letterale: diversamente abili. Peccato che le nostre città, i nostri quartieri, con le loro barriere architettoniche grandi ed imponenti sradichino sul nascere qualunque ipotizzabile diversa abilità. Oggi è il giorno di Giuseppe Pelle, cieco o – meglio – non vedente di Locri.
A causa di un ordigno ha perso prima un braccio e poi la vista. Combatte ogni giorno a Locri per un minimo di indipendenza. Ha scritto persino al Prefetto De Sena, consapevole dei mille e più gravi problemi che affligono la sua, la nostra terra. Ha annunciato che per protesta non andrà a votare. Non sappiamo se sia una protesta efficace, ma di certo scuote le coscienze di chi, finchè il Giuseppe Pelle di turno non protesta, non ha difficoltà a districarsi nei grovigli delle strade cittadine, tra marciapiedi troppo alti o inesistenti, tra macchine e motocicli non parcheggiati in ordine.
Così se si va a Locri si vede Giuseppe Pelle in giro con il suo bastone bianco, ansimante di autonomia, all'avventura per evitare un tombino scoperchiato o un cantiere non segnalato adeguatamente per lui che non vede.
Oggi è il giorno di Giuseppe, ma ogni giorno è l'ennesimo in cui ogni disabile si scontra e combatte per avere un minimo di autonomia…magari solo fare una passeggiata nelle afose sere della nostra estate…