Questo è un discorso, dal quale sono esclusi gli eventuali “disabili intellettivi” ed il cui destinatario, ritengo, valuterà con “doverosa attenzione” l’idea importante ed innovativa per i giovani che si andrà a trattare.
Una proposta che avrà la sua concretezza nella presentazione di una delibera in Consiglio Comunale da qui a breve, un modo concreto per parlare ai giovani.
Di cosa si tratta ? Subito detto. Diamo una mano ai giovani che vogliono comprarsi una casa ma non ne hanno i mezzi o (spesso) hanno un lavoro precario e non si azzardano a farlo se non hanno le condizioni adeguate di garanzia.
I “bamboccioni” come li aveva definiti l’ex-ministro PS, quelli che non vogliono staccarsi dalla sottana di mamma, a volte non ne hanno la possibilità (oltre che la voglia) e pertanto una “spintarella” se la meritano.
Infatti In Italia l’esercito dei giovani con contratto a termine conta circa 2,5 milioni di leve. E alla precarietà del posto di lavoro, in molti dei casi, si accompagna altrettanta incertezza nella costruzione di un progetto di vita. A partire dalla casa.
Insomma, giovani che vogliano “accasarsi” o che desiderano una propria indipendenza.
Penso ad un sostegno, un “omogenizzato” di Plasmoniana memoria, in maniera tale di aiutarli nella loro “crescita” .
Per i giovani una proposta “alta”, che non sia (come spesso si ama dire) tre metri sopra il cielo ma due metri sopra la testa, cioè quanto basta per avere un tetto: diamogli l’opportunità di acquistare una casa.
Qualcosa non di effimero ma di sostanziale, che rafforzi la loro sicurezza e stabilità in quello che oggi è il contesto in cui vivono fatto di incertezza e di precarietà.
Aiutiamoli a dare un senso alla loro vita, anche con un impegno a sostenerli in una scelta (quella della casa) importante, vitale. Un progetto di vita autonomo spesso sognato e desiderato ma come un miraggio impossibile da raggiungere.
L’Amministrazione Comunale può fornire un servizio, non musicale o ludico che sia, ma sociale ai tanti giovani volenterosi di mettere su famiglia e che hanno un lavoro (anche precario).
Ecco che un sogno di questi “bamboccioni” potrebbe realizzarsi.
Bisogna coprire le spalle di questi giovani ai quali le banche fanno difficilmente credito o che, meno difficilmente, non riescono a pagare la rata del medesimo.
Insomma il Comune deve diventare una “mammina premurosa”, quasi un genitore che, attraverso le sue proprietà, si farà garante del mutuo acceso dal suo «pargolo».
Si consente l’accesso ai mutui ai giovani con lavoro precario, che ne sarebbero altrimenti esclusi, si da garanzia per l’applicazione di tassi ridotti ed infine, bisogna offrire un sistema di protezione che venga in loro aiuto in caso di insolvenza temporanea.
Noi ci facciamo garanti con le banche di questo acquisto. Deve essere previsto un sistema di protezione, se un giorno il giovane non riuscisse più a pagare le rate, con l’intervento da parte dell Comune che diventa il proprietario dell’appartamento il quale viene poi affittato, a prezzi da alloggio popolare, a quegli stessi giovani che comunque non resteranno senza casa.
Questo tipo di intervento dovrebbe garantire i giovani con un’età compresa tra i 18 e 35 anni, con residenza anagrafica nel comune, e che non devono essere titolari di diritti di proprietà, usufrutto, uso o abitazione su un alloggio diverso da quello per cui si chiede il contributo.
Naturalmente , il tutto (dopo deliberazione del consiglio comunale), dovrà essere regolamentato con un bando pubblico trasparente dove dovranno essere indicati i requisiti per accedere a questa agevolazione.
Questa proposta può rappresentare il primo mattone di quella casa..
Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale –