• La Metamorfosi a Reggio

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    di Enzo Vitale* – Tutto ciò che non sarebbe dovuto accadere, alla fine è accaduto: al risveglio da sonni agitati ci si ritrova trasformati (il lettore ci scuserà per il rimando all’incipit del celeberrimo racconto di Franz Kafka, La Metamorfosi, in cui Gregor Samsa al risveglio

    mattutino si accorge di essersi trasformato in un insetto mostruoso) e ci si accorge che quello cui si era assistito non era un brutto sogno ma la triste realtà.

     

    Assistiamo in diretta alla fine della politica, delegittimata da sospetti e personalismi, da ambizioni e miseri interessi; assistiamo alla mortificazione dell’idea di bene comune, sottomessa a beghe interne agli schieramenti, e all’umiliazione della sincera frequentazione di pochi a Palazzo San Giorgio.

     

    Quanto accaduto ci scodella sotto il naso la miopia e l’inettitudine dei nostri amministratori presi nel loro insieme. Hanno dimostrato di essere una feroce nidiata di topolini che si azzannano appena il gatto si allontana; una banda di nani che mettono su un sabba impazzito appena lontano il padrone.

     

    I nostri amministratori, nel loro complesso, si sono mostrati come nani rissosi e maligni, senza un disegno coerente e compiuto, assolutamente inadeguati al loro ruolo.     

     

    Le dimissioni del sindaco ff Giuseppe Raffa, se non ritirate entro venti giorni, ossia alla vigilia di Ferragosto, aprono la porta al commissariamento comunale riportandoci a quell’atmosfera dei primi anni Novanta che pensavamo esserci messa definitivamente alle spalle.

     

    Il senatore reggino Ciccio Franco un giorno ebbe a dire che “il peggiore dei sindaci è comunque migliore del più bravo dei commissari”. Giuseppe Scopelliti ha affermato che questa è un’indiscutibile verità: da lui, come unica persona in grado di dirimere la questione, ci si aspetta un comportamento coerente con le sue affermazioni.

     

    Chiedo scusa agli amministratori reggini per questo sfogo, ottime e stimabili persone considerate isolatamente, ma a cui, nel loro complesso di classe dirigente, il cittadino reggino non può perdonare di aver fatto risvegliare la città kafkianamente trasformata in un repellente insetto.

     

    Una metamorfosi che Reggio non meritava e della quale i nostri amministratori sono senza ombra di dubbio gli unici responsabili.

     

    *coordinatore laboratorio politico Città Libera

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