L’alba del 29 dicembre 1908 consegnò ai reggini una città distrutta. Vite, case, strade, tutto annientato. Reggio, trasfigurata nel volto e nell’anima, venne rasa al suolo da un evento, che cent’anni fa, come oggi fa risuonare l’eco di terrore, disperazione e morte. La ricorrenza del centesimo anniversario del terremoto che distrusse le città di Messina e Reggio Calabria costituisce l’occasione del 7° Laboratorio Internazionale d’Architettura.
“La Catastrofe”, tema del seminario tenuto presso l’aula magna della facoltà di Architettura, pone una rinnovata riflessione su temi salienti che, a partire da quel tragico evento, caratterizzano ancora i rapporti tra le due principali città dello Stretto.
Un lungo viaggio storico, che dal concetto aristotelico di catastrofe, muove sino all’evento sismico del 1908. I contributi della sismologia storica e l’interesse per una Area, quella dello Stretto, considerata ad alto rischio sismico. Lo studio del passato per conoscere e capire il presente, l’intervento della Dott. Emanuela Guidoboni, Ricercatrice del CNR, ricostruisce il sisma del 1908, come un evento già annunciato. Fenomeni sismici come quelli del 1905 e del 1907 non rappresentarono altro che il preludio alla tragedia. Di notevole interesse l’intervento dell’architetto, Matteo Agnoletto, il passaggio dalla distruzione come forma di costruzione, quando l’architettura si interroga su nuove strade possibili da seguire, in un gioco continuo di ricerca e sperimentazione. In conclusione il concetto di catastrofe e le conseguenti strategie da seguire, sono riprese dall’architetto Federica Morgia, arte ed architettura esprimono un dialogo continuo che porta alla costruzione di un nuovo equilibrio, l’ecologia, il riuso, il tempo non sono altro che alcuni aspetti che confermano il nuovo modo di pensare la costruzione.
Francesco Pizzimenti.