Sant’Eufemia d’Aspromonte nasce e si sviluppa con molta probabilità come uno dei tanti borghi della Magna Grecia; sono presenti influssi greci nel dialetto che si parla ancora oggi. Il culto per la protettrice Santa Eufemia Vergine e Martire, è riconducibile alla santa originaria dell’antica colonia greca di Calcedonia.
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Il paese si è poi sviluppato nei secoli con il sorgere di numerosi monasteri di monaci venuti in Calabria fin dal 368, in località Meladoro, vi si trova una grotta il cui toponimo “Grotta dei Saraceni” rievoca le continue scorribande del tempo. Nel 1283, i Piani della Corona furono teatro di battaglie tra gli Angioini e gli Aragonesi. In età moderna la storia del paese è stata fortemente influenzata dai terremoti, dapprima nel 1783 (distrusse quasi completamente il paese) e poi nel sisma del 28 dicembre del 1908 di Reggio e Messina. In quest’ultimo evento, gli eufemiesi furono aiutati dai milanesi, che costruirono numerosi gruppi di baracche e portarono soccorso in denaro e indumenti e costruirono una chiesa dedicata a Sant’Ambrogio.
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Sant’Eufemia fu coinvolta nelle due guerre mondiali, alla quale ha partecipato con numerosi caduti, ricordati nel monumento ai caduti in località Crocefisso. Particolare è l’attenzione e la devozione dovuta dagli abitanti a Sant’Eufemia nel ricordo della “ricorrenza delle bombe”. Nella seconda guerra mondiale, durante i bombardamenti, molti degli eufemiesi, rifugiati nel ponte di ferro della linea ferroviaria oggi dismessa, diedero testimonianza di quello che per gli abitanti è un segno della Santa Patrona. “Fu vista Sant’Eufemia raccogliere le bombe dentro un grande lenzuolo bianco, per preservare il paese dalla distruzione e dalla morte”. Il paese venne effettivamente risparmiato in buona parte dai bombardamenti, che distrussero invece molti paese limitrofi. Questa ricorrenza, di cui il ricordo si celebra ogni anno il 2 di settembre, è vissuta con enorme partecipazione e commozione da tutta la popolazione eufemiese, particolarmente da quella anziana.
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Il culto di Sant’Eufemia di Calcedonia è presente in diverse località in Italia e anche all’estero, poiché la santa è venerata dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa. I festeggiamenti religiosi iniziano il 6 di settembre con il tradizionale “Luminario” un grande falò acceso davanti all’omonima chiesa parrocchiale, in ricordo di uno dei martiri subiti dalla santa (venne gettata tra le fiamme). Il 16 di settembre invece viene celebrata la messa e la processione della santa per le vie del paese. La statua di Sant’Eufemia viene preparata appositamente per l’occasione. Da sottolineare sono i leoni presenti nella parte inferiore, testimonianza di un altro martirio subito dalla giovane santa greca. Gettata tra i leoni, questi ultimi la uccisero, ma mangiarono la solo mano destra, rifiutandosi di divorare il resto del corpo, intuendo la santità di Eufemia.
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L’evento che caratterizza la festa sono i fuochi d’artificio, in memoria e onore del martirio e delle torture subite dalla Santa a causa della sua fede. Il 16 di settembre, giorno della festa, al termine della processione c’è la tradizionale “Entrata” dove i portatori con il simulacro percorrono avanti e indietro un tunnel di fuochi pirotecnici. Nella prima parte del vicolo in via Belvedere ci sono diverse girandole di vario colore, mentre la seconda parte in piazza Vittorio Emanuele II c’è la “cassa infernale”, ovvero due pareti di girandole e fuochi pirotecnici. Questa tradizione è molto antica ed unica in Italia, e richiama ogni anno numerosi fedeli provenienti dai paesi limitrofi e da ogni zona della Calabria.