Una terra in grado di offrire possibilità ai propri figli, capace di produrre benessere, finalmente libera dal condizionamento mafioso, insomma “un altro Sud”. Con il penultimo appuntamento dell’edizione 2014, Tabularasa ha provato a tratteggiare i contorni di un Mezzogiorno che, anche dalla rilettura del proprio passato, può ancora trovare la forza per credere concretamente in un futuro migliore. E lo ha fatto insieme a Pino Aprile, giornalista e scrittore (autore fra le altre cose di “Terroni, “Giù al sud, perché i terroni salveranno l’Italia” e “Mai più terroni. La fine della questione meridionale”), affiancato sul palco della Torre Nervi dagli organizzatori, Giusva Branca e Raffaele Mortelliti.
Il dibattito è stato preceduto da Tabularasa Kids che insieme a un centinaio di bambini, ha visto protagonista l’associazione ‘Lelefante’ con letture, laboratori creativi e il teatrino delle marionette.
Traendo spunto dalla sua ultima fatica letteraria, “Il Sud puzza”, Aprile ha subito spiegato che il vero titolo del libro era in realtà ‘la vergogna e l’orgoglio’ “che sono due concetti essenziali per qualsiasi comunità”. La vergogna in particolare, secondo il giornalista pugliese può portare al crollo di una cultura. “Non è un caso che i pentiti di mafia siano quasi sempre siciliani o campani e solo raramente calabresi. La ‘ndrangheta è l’organizzazione criminale più arcaica e poggia su codici familiari per cui pentirsi significa distruggere la propria famiglia”. Ma c’è anche un Sud capace di affermarsi come comunità uscendo fuori dal disordine sociale. “Nella terra dei fuochi – prosegue – Aprile – circa duemila denunce hanno fatto scattare ottantadue inchieste giudiziarie che hanno portato in carceri politici, dirigenti e funzionari. Una di queste era firmata da 35mila cittadini, una cosa mai vista prima. Tutto ciò è stato possibile solo facendo politica nel senso più nobile del termine, mettendosi insieme, applicando i principi della geometria delle reti”.
Questi processi avvengono con velocità spaventosa sostiene Aprile, che citando il matematico libanese, Nassim Taleb evidenzia come “i fatti che cambiano il mondo avvengono sempre dove non guarda mai nessuno. Il Sud sta cambiando. Lo dimostrano episodi come l’elezione, senza il sostegno della politica, del sindaco di Messina”.
(Foto di Antonio Sollazzo)