• Reggio Calabria – Dopo tre anni, il dolore di una mamma e i ritardi inaccettabili del Comune

    di Grazia Candido – E’ una domenica fredda e ventosa come quel giorno in cui arrivò la terribile notizia della strage di Quargnento, in provincia di Alessandria, dove persero la vita i tre giovani vigili del fuoco, Antonino, Matteo e Marco, rinchiudendo in un tunnel buio senza via d’uscita, tre famiglie legatissime ai loro figli.

    Era il 5 Novembre del 2019 quando per Maria Stella e Angelo Candido, genitori di Antonino, la vita cambiò rotta e da quel momento in poi, nulla fu più normale, anche se gli amici, i colleghi dei tre ragazzi, le comunità, le istituzioni hanno provato a lenire quel dolore incommensurabile facendo sentire la loro costante presenza.
    Eppure, ogni 5 del mese,  sono le parole di Maria Stella Ielo, una mamma distrutta da quell’assenza ingiustificata, a squarciare il silenzio della morte profondo come l’eternità e anche la disattenzione di chi avrebbe dovuto mettere la parola fine all’intitolazione ufficiale della via dedicata al vigile del fuoco Antonino Candido.
    Le riportiamo senza togliere o aggiungere altro perchè crediamo che basti questo inno all’amore a far capire che non serve una strada per far tornare a vivere questi genitori, non servono premi, riconoscimenti, intitolazioni ma semplicemente, un po’ di attenzione.
    “Ciao amore mio, oggi sono 3 anni e 3 mesi che non ci sei più. In tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a te, a noi, a come siamo stati felici insieme, a come sarebbe stato il futuro, a come è cambiata la nostra vita da quel maledetto momento. Sai, è difficile portarsi addosso un grosso macigno che sembra voglia annientarci. Ma, nonostante tutto, andiamo avanti, poiché la vita ce lo impone e perché è questo che tu vuoi – scrive mamma Maria Stella -. Sapessi quanto manchi, figlio mio! La tua assenza è un frastuono che irrompe nel silenzio delle mie notti, è una lacrima che scende quando ti penso, è un dolore intenso che mi trafigge il cuore. Ma è anche un sorriso al ricordo di una tua battuta, di un tuo scherzo , di una tua risata, di un tuo abbraccio, di un tuo bacio.  Sí, sono i ricordi che mi fanno compagnia nei momenti di sconforto ed in essi, mi rifugio per trovare un po’ di pace. È il ricordo della tua vita, breve ma intensa, che mi tiene ancora viva e tu vivi in me, nel mio cuore. E siamo sempre insieme”.
    Reggio Calabria non è stata mai sorda o indifferente al dolore altrui tant’è che subito dopo la tragedia, si è mobilitata con una petizione popolare per dedicare al giovane pompiere una via, il primo tratto del Viale Europa dove è allocato il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco.
    Un iter lungo (ricordiamo che la delibera della Giunta Comunale fu approvata il 20 agosto 2020, ratificata dalla Commissione Toponomastica il 30 marzo 2021) ma che, alla fine, ha trovato il 15 novembre 2021 il placet della Prefettura.
    Ad oggi però, a causa di un cavillo burocratico (almeno così riferisce Palazzo San Giorgio) quella strada che sulle carte porta già il nome di Antonino Candido, nei fatti, è un tratto lasciato buio, poco curato e spesso vandalizzato da deturpatori ambientali che lasciano sui marciapiedi spazzatura di ogni genere.
    Non vogliamo fare la morale a nessuno ma chissà, forse, questa volta, il dolore della mamma di Antonino misto di  amore infinito e puro per il prorpio figlio, in questa domenica gelida illuminata da un tenue sole, potrà sciogliere tutti i nodi che stanno dietro a questa brutta vicenda ma, soprattutto, dimostrerà di aver superato una grande debolezza di questa terra: l’incapacità di mantenere le promesse.