• Reggio Calabria – Con Francesco Procopio “Non ci resta che ridere”

    di Grazia Candido – Un cast perfetto per rappresentare la “vera comicità” ma soprattutto, per regalare a Reggio Calabria due ore di puro divertimento. L’attore napoletano Francesco Procopio, insieme ai colleghi Loredana Piedimonte, Giuseppe Cantore ed Enzo Casertano, è pronto a conquistare venerdì 17 Febbraio, il pubblico dell’Officina dell’Arte con l’esilarante commedia “Non ci resta che ridere”, altro appuntamento di rilievo della stagione teatrale di Peppe Piromalli, scritta e diretta da Antonio Grosso e prodotta da “Good Mood”.

    Una pièce che non vuole insegnare niente a nessuno ma, sicuramente, di forte valore che lascerà a chi la vedrà, la voglia di raccontarla e perché no, rivederla ancora.
    Francesco, sei sicuro che riuscirete a far ridere anche il pubblico del teatro “Cilea”?
    “Se non facessimo ridere, sarebbe un fallimento terribile. Questa è una commedia che gira in lungo e in largo la Penisola già dall’anno scorso e ha riscosso da subito, un grandissimo successo perché la storia fa tanto ridere. Tutto è nato dopo il Covid: ci siamo imposti di fare qualcosa di comico che riuscisse a dare al pubblico un momento di sollievo, di relax. E’ come andare in vacanza per un paio di ore, ma a teatro dove lo spettatore inizia a sorridere dall’inizio alla fine. Immaginate un famoso trio comico degli anni ’90 che, per problemi economici, si ritrova per una reunion e dopo varie indecisioni, contraddizioni e scontri, il trio arriva alla scelta di ritornare in scena”.
    Quindi, un iperbole comica che abbatte la monotonia e le paure del tempo ma anche, una storia che parla di sentimenti come l’amicizia, l’amore perso e ritrovato, la voglia di ricominciare.
    “Assolutamente sì. Mai come adesso, vi è la necessità di portare sul palco qualcosa di leggero e comico. Ma per farlo, è necessaria la presenza di mattatori, istrioni della scena perché il teatro è fatto di emozioni, sensazioni, momenti veri nei quali viene portato dentro il pubblico che è il protagonista”.
    Insieme ai tuoi bravissimi colleghi, dipingerai uno spaccato del mondo dello spettacolo che non è assolutamente facile da costruire.
    “Non è facile per nulla. Il mondo dello spettacolo appartiene all’artista e, all’inizio, pensavo che non sortisse interesse nel pubblico invece, questa storia è la dimostrazione che piacciono le dinamiche degli addetti ai lavori. Lo spettatore partecipa attivamente a tutto ciò che vive l’attore in scena”.
    La cosa che colpisce di più oltre al testo, alla scenografia, è il vostro affiatamento in scena. E’ tutto vero?
    “La forza della commedia è proprio questa realtà che arriva diretta allo spettatore. Già dal primo atto, si coglie l’affiatamento, la stima, il sentimento, l’energia che riusciamo a creare in quel preciso momento. E’ tutto assolutamente vero”.
    L’Oda ha scelto per la prima volta, di farti entrare nelle sua stagione. Cosa pensi del progetto del direttore artistico Piromalli?
    “Chiunque abbraccia la croce dell’arte, del teatro, è un vero campione. Non c’è un eccessivo guadagno dietro ma lo si fa per puro amore del teatro e, sicuramente, Peppe è un eroe come lo sono tutti quelli che affrontano questa grossa fatica. Però, mentre il cinema dopo il Covid è rimasto in crisi perché gli spettatori si sono abituati alle piattaforme, il teatro si sta risollevando grazie alla gente che lo vuole vivere e non può sostituirlo con la tecnologia e grazie ai tanti sacrifici dei direttori artistici che hanno ridato luce a questi luoghi di cultura. Il teatro non lo puoi vedere a casa, le emozioni le vivi solo se sei dentro”.
    Invita i reggini a venire al teatro “Cilea”.
    “Vi prometto che per due ore, i problemi scompariranno e riderete a crepapelle. Vi rilasserete, butterete fuori le cose che vi tediano e poi, se questo spettacolo è riuscito ad entrare a casa vostra, è una garanzia. Non vi deluderemo”.