• Reggio Calabria, confermata condanna per Santi Zappalà

    La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna a 4 anni e 3 mesi di reclusione per Santi Zappalà nel processo Reale 6

    Confermata in appello la condanna per l’ex consigliere regionale Santi Zappalà nel processo “Reale 6″. La Corte d’Appello di Reggio Calabria oggi ha emesso la sentenza nel processo Reale 6, che in primo grado era stato celebrato col rito abbreviato dal gup e si era concluso nel maggio 2016.

    I giudici d’appello hanno assolto per non aver commesso il fatto Domenico Arena e Vincenzo Pesce, entrambi condannati in primo grado a 5 anni di reclusione.

    Oltre a Santi Zappalà i giudici d’Appello hanno confermato altre condanne di primo grado

    Confermate il resto delle condanne: Giuseppe Antonio Mesiani Mazzacuva e Antonio Pelle 4 anni di reclusione ciascuno; Santi Zappala’, 4 anni e 3 mesi di reclusione. Al centro delle indagini, condotte dai Carabinieri del Ros e dai finanzieri del Gico, vi era il presunto illecito accordo che sarebbe intercorso tra i Pelle di San Luca e l’ex consigliere regionale Santi Zappala’ per ottenere il sostegno elettorale in occasione delle consultazioni regionali del 2010.

    I fatti che portarono all’arresto di Santi Zappalà

    In particolare, le investigazioni avrebbero permesso di accertare che l’ex politico Zappalà in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria del 28 e 29 marzo 2010 alle quali era candidato nella lista PdL avrebbe promesso e successivamente consegnato a esponenti della cosca di ‘ndrangheta dei Pelle, ramo Gambazza di San Luca (RC) – Giuseppe Pelle ritenuto capo dell’omonimo sodalizio, il fratello Sebastiano Pelle e il nipote Antonio Pelle – una considerevole somma di denaro per ottenere a proprio vantaggio un pacchetto di voti che Giuseppe Pelle era in grado di procurare nell’area di influenza criminale del sodalizio mafioso. Alla fine della competizione elettorale, Santi Zappalà risultò eletto con oltre 11.000 preferenze andando così ad occupare in prima battuta un posto da Consigliere alla Regione Calabria e, successivamente, anche quello di Presidente della IV Commissione Affari dell’Unione Europea e Relazioni con l’Estero.