Esprimiamo, oltre ad un giudizio estremamente negativo, il nostro disappunto politico – non certo per ragioni di natura personale per gli interessati – in ordine alla scelta effettuata dal Presidente Morabito di scongelare l’assessorato Russo con Rocco Agrippo. E’ questione di metodo e di etica politica (valore oramai in disuso) che ovviamente ci porta definitivamente a prendere le distanze dall’amministrazione Morabito non condividendo il metodo, il merito e le linee di gestione.
L’atroce sospetto di un’arbitraria invasione di campo che aleggiava sul rimpasto dell’estate scorsa, oggi è diventato certezza. E ciò nonostante il Presidente Morabito l’anno scorso avesse giurato e spergiurato che mai e poi mai avrebbe “favorito” strappi con il partito de I Socialisti – che, ricordiamolo, ha portato oltre 11.000 voti per la vittoria della coalizione di centrosinistra.
Nei vertici di maggioranza dello scorso anno, tutte le forze politiche potevano auto gestirsi. I Socialisti no. C’era all’orizzonte una doppia partita da giocare. Quella per la costruzione del PD e quella all’interno del costruendo PD. Ed il “Generale” di Palazzo Campanella, che aveva deciso di camminare “A Testa Alta”, non poteva lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione presentatagli. Aveva necessità di cancellare I Socialisti dal Consiglio Provinciale (alla Regione avevano fatto harakiri da soli). Ed ecco la promessa, anzi, “l’impegno” che Morabito finalmente ha mantenuto. Togliamo di mezzo la rappresentanza eletta de I Socialisti, tutti dentro il PD (o comunque ad appoggiare il Generale che vive con apparente distacco le diatribe pieddine); manteniamo il posto in giunta congelato con l’assessore mai entrato in partita (purtroppo per motivi di salute). Tanto, chi strilla se un assessorato per due anni esiste solo sulla carta? L’opposizione in consiglio non c’è e se c’è sonnecchia anche perché ancora oggi il consiglio provinciale è un rebus politico impossibile da decifrare. Ancora oggi, nonostante questi partiti non esistono o non sono rappresentati per essere stati abbandonati dagli eletti, vivono formalmente i gruppi dei DS, Democrazia E’ Libertà, I Socialisti, l’Udeur, il PDM, I Riformisti ecc. ecc.. E poi i consiglieri (non importa se di opposizione o di maggioranza, sono tutti legati dal vincolo di appartenenza alla casta) perché debbono disturbare il manovratore? Può sempre essere utile godere di qualche beneficio che gli elettori non sapranno mai oppure di qualche contributo per i propri capi elettori nella pioggia di mini risorse parcellizzate.
Denunciamo pubblicamente come sia un grave errore considerare gli enti di governo territoriali solo ed esclusivamente enti di gestione così come fanno oramai in via esclusiva gli occupanti delle stesse. Queste sono innanzitutto istituzioni politiche. Ed invece di esse si offre una rappresentazione estremamente negativa retta dalla vergognosa legge economica dello scambio. Un mercato in cui “tutto si può” senza regole di correttezza politico-morale. Il fine della gestione giustifica qualsiasi mezzo.
Purtroppo nessun sociologo, nessun politologo, nessun intellettuale stigmatizza simili condotte. Sono tutti impegnati in sterili discussioni sulla malapolitica e sull’antipolitica. Nessuno che analizzi però le cause di questi fenomeni degenerativi. Quando le istituzioni sono merce di scambio, quando non esistono leali e corretti rapporti politici, quando il fine è “il posto al sole” e non il servizio alla collettività, quando nessuno si indigna per lo spreco di risorse pubbliche, quando le liste ed i partiti sono meri comitati elettorali, il terreno delle amministrazioni è già incolto, arido, pronto per essere inquinato dalla malapolitica, pronto all’innesto della mala pianta. Non c’è bisogno di azioni violente o intimidatorie. Da qui l’altra faccia della medaglia. La pericolosa ondata dell’antipolitica. Il metodo usato da Morabito e dalle teste d’uovo che lo attorniano merita quindi di essere stigmatizzato, peraltro in perfetta continuità con quanto perpetrato in danno dei Socialisti dalla passata giunta del PDL targata Fuda.
E’ un compito arduo che spetta alle minoranze politico culturali quello di essere forza di pungolo e di opposizione dall’esterno del Palazzo. Ed I Socialisti la svolgeranno a viso aperto, caro Presidente di Palazzo Foti che hai tradito accordi scritti e vincoli di alleanza che noi credevamo “politica”. Non avevamo fatto i conti con chi ha deciso che è meglio la gallina oggi che l’uovo domani (se un domani ci sarà ancora). Gianpaolo Catanzariti
Segr. Prov.le RC I Socialisti