La discarica di Piano dell’Acqua a Scalea è una bomba ecologica chiusa 15 anni fa dalla Procura della Repubblica di Paola, per pesanti violazioni delle leggi ambientali in quanto riempita in modo illegale (come, tra l’altro, il sindaco di Scalea ha ammesso in una trasmissione tv lo scorso febbraio) da sostanze altamente inquinanti provenienti dal tirreno cosentino e, molto probabilmente, della terra dei fuochi in Campania. Oggi la discarica versa in condizioni di abbandono e degrado.
Lo scrive Carlo Tansi, presidente e fondatore del movimento civico Tesoro Calabria.
“E’ una bomba ecologica, che può rappresentare la causa dell’elevata incidenza di tumori e leucemie nell’Alto Tirreno: questo perché dalla discarica il percolato, ad elevatissima tossicità, attraverso un canale viene convogliato verso la sottostante città di Scalea attraversando in pieno e contaminando l’abitato e scaricando verso i sottostanti lidi balneari, frequentatissimi da bagnanti durante la stagione estiva.
La discarica, qualche anno fa, è stata inserita, dall’Istituto Superiore della Sanità, tra i siti attenzionati e da bonificare per la presenza di sostanze altamente tossiche. Proprio per questo motivo, nel 2013, erano stati stanziati dalla comunità europea, circa 2 milioni di euro, per la bonifica e la messa in sicurezza.
Nel mese di febbraio scorso ho pubblicamente denunciato che nessuna amministrazione comunale di Scalea era stata capace di utilizzare quei 2 milioni di euro che rischiavano di andare persi. Dopo la mia denuncia il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, mi ha pubblicamente richiesto una collaborazione – che mi sono impegnato a svolgere a titolo completamente gratuito – per accelerare l’iter di bonifica e del relativo finanziamento della discarica. Ma poi, quando ho messo il naso negli atti amministrativi e posto al sindaco alcuni circostanziati quesiti che lo hanno messo in palese difficoltà, sono stato allontanato dall’amministrazione comunale.
Il 26 maggio scorso sulla pagina Facebook ufficiale del comune di Scalea, il sindaco con toni trionfali annunciava di aver concluso l’iter burocratico per la bonifica della discarica di Piano dell’Acqua lasciando intendere ai cittadini che il problema sta per essere definitivamente risolto.
Ieri però sono venuto a conoscenza della delibera della giunta comunale di Scalea n.133 del 28.7.2022 (allegata a questo comunicato) che chiarisce in modo inequivocabile che le cose non stanno assolutamente come vuol lasciare intendere il sindaco. Nella delibera infatti è scritto: “Nell’allegato A del DDG n.2718 del 13.07.2017 è presente il sito sede dell’ex discarica il loc.Piano dell’Acqua nel Comune di Scalea, con un finanziamento pari a € 2.013.901,88, destinati alla redazione della progettazione esecutiva e ai lavori di eventuale bonifica e messa in sicurezza. Con una nota prot. Siar. N.214552 del 30.06.2020 il Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente (ndr. Della Ragione Calabria) ha comunicato al Dipartimento Programmazione Unitaria (ndr. della Ragione Calabria) che l’intervento ‘Lavori di Bonifica e messa in sicurezza permanente area ex discarica RSU in loc. Piano dell’Acqua’ non raggiungerà l’OGV (ndr. Obbligazioni Giuridicamente Vincolanti) entro il 31.12.2021”.
Traducendo ai comuni mortali l’arido linguaggio di un burocratese complicato ad arte per confondere le acque, questo vuol dire che gli oltre 2 milioni di € oggetto di convenzione sono andati persi perché il Comune di Scalea non è stato in grado di realizzare, nei tempi previsti (entro il 31.12.2021) un progetto e i relativi lavori di bonifica della discarica! In parole ancora più semplici, esiste un vincolo normativo per l’assunzione delle cosiddette Obbligazioni Giuridicamente Vincolanti al 31 dicembre 2021, il cui mancato rispetto ha provocato la cancellazione delle risorse assegnate, poiché il Comune di Scalea entro quel termine non ha rendicontato le somme assegnate.
E infatti la delibera della Giunta comunale continua citando “Con nota prot. siar. N.375633 del 17.11.2020 il Dipartimento Programmazione Unitaria, ai sensi dell’art.44 DL 34/2019, convertito in legge n.58/2019 e s.m.i., ha comunicato la riprogrammazione del finanziamento di € 1.812.511,69 per il Comune di Scalea con fondi FSC 2021/2027, anziché 2016 persi, mantenendo la somma di € 201.390,19 pari al 10% del finanziamento originariamente concesso. Il finanziamento concesso al comune di Scalea per la progettazione esecutiva della ‘Bonifica e messa in sicurezza permanente dell’area ex discarica RSU in loc. Piano dell’Acqua’, risulta essere pari a € 201.390,19”.
Mi duole constatare che il comune di Scalea ha deciso di censurare le dirette streaming dei consigli comunali. Questo stato di censura e gli argomenti che ho trattato in questo comunicato, lasciano intravedere scarsa trasparenza, con atteggiamento “putiniano”. Alla faccia del “comune casa di vetro” invocato dal Ministero degli Interni e dall’Anticorruzione in tutti gli atti amministrativi. Altro strano comportamento: il sindaco nella delibera n.133 non viene autorizzato alla firma, al contrario viene delegato per la firma della convenzione con la Regione Calabria per la progettazione della bonifica della discarica l’assessore all’Ambiente Davide Manco: eppure, un atto del genere deve essere firmato esclusivamente dal rappresentante legale del Comune, e cioè dal Sindaco. Forse vuol lasciare la patata bollente o il cerino in mano al malcapitato e ignaro Assessore Manco?
Sulla discarica-killer di Scalea, noi di Tesoro Calabria continuiamo e continueremo a batterci con tutte le nostre energie e con proposte costruttive. Denunceremo tutto questo alla Procura della Repubblica di Paola (al procuratore Pierpaolo Bruni) e alla Direzione Distrettuale Antimafia (al procuratore Nicola Gratteri).
Stiamo continuando ostinatamente questa battaglia, negli interessi di una cittadinanza che non deve rassegnarsi ad assistere passivamente all’avvelenamento dei loro bellissimi territori e a morire di tumore. E lo facciamo senza alcun interesse, lontano da elezioni politiche (non abbiamo nessun impegno per le prossime elezioni nazionali)”.