“L’apatia dell’Europa sulla questione migranti percepita nella riunione dei capi di governo a Bratislava, evidenzia la correttezza della diagnosi italiana e la grande responsabilità che si sono accollate le sue regioni e le autonomie locali per fronteggiare quella che Papa Francesco ha definito ‘la crisi umanitaria più grave dopo la seconda guerra mondiale’, ma prefigura, nello stesso tempo, una situazione che rischia di esplodere per l’incapacità dell’Europa”. E’ quanto asserisce la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che ricorda “gli sbarchi quotidiani sulle nostre coste di un numero enorme di uomini, donne e bambini e le difficoltà nel sostenere una situazione sempre più difficile sotto tutti i punti di vista. Altro che spirito di Ventotene, qui, a partire dal Mezzogiorno italiano e includendo i Paesi del Sud Europa, se le cose non cambiano e rapidamente, rischiamo il caos. Una questione con cui l’Occidente dovrà fare i conti per almeno un decennio e che imporrebbe interventi sostanziali per risollevare le sorti dei Paesi dell’Africa, è trattata dall’Europa con un cinismo che avvalora la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni comunitarie. L’accoglienza – conclude la consigliera regionale – è un principio umanitario e costituzionale che le regioni del Sud Italia, Calabria, Sicilia, Puglia, stanno ossequiando con sacrificio e abnegazione e grazie all’apporto di un articolato sistema associazionistico, ma non è giusto che l’onere ricada solo su questa parte dell’Europa”.