• Inaugurazione anno giudiziario Tar

    Un Tar “nuovo” aperto a comunicazione: decisi più ricorsi che in passato

    di Clara Varano – La carenza di organico nelle segreterie, il nuovo processo telematico, i contenziosi in materia di Sanità e l’interdittiva antimafia, sono le principali tematiche approfondite dal Tribunale amministrativo della Calabria nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Catanzaro.
    A presiedere l’adunanza Vincenzo Salamone che prima della cerimonia ha incontrato la stampa e, sottolineando che “i rapporti con la cittadinanza alla quale deve giungere il risultato del lavoro del Tar che la riguarda da vicino, passano attraverso i giornalisti”, ha annunciato “uno nuovo approccio con la comunicazione, sempre più frequente e vivo perché si capisca finalmente che non siamo un freno all’economia, non siamo noi a bloccare i cantieri, ma rappresentiamo un volano di giustizia ed efficienza nella legalità”.

    La carenza di organico nelle segreterie

    Salamone ha parlato della carenza di organico che nel Tar Calabria “riguarda le segreterie visto che tra Catanzaro e Reggio il tribunale è dotato di quindici magistrati”. Il Tar “sta cercando di risolvere la problematica – ha spiegato Salamone – attraverso comande da altre amministrazioni, ma anche con l’utilizzo di lavoratori socialmente utili della Regione”.
    Una novità, invece, sarà la convenzione con l’Università Magna Graecia “che porterà negli uffici del Tar – ha detto il presidente – circa venti stagisti, giovani specializzandi, che supporteranno i magistrati ed i dipendenti”.

    Inaugurazione anno giudiziario TarI contenziosi nella Sanità 

    Salamone affronta la problematica della Sanità in Calabria e dei contenziosi relativi a questa materia: “Stiamo per definire una serie di giudizi in materia di autorizzazioni e accreditamenti in campo sanitario. La situazione è delicata. La Sanità assorbe i due terzi del bilancio della Regione ed ha una ricaduta sulla collettività importante in questa regione, poi, vi è la difficoltà della presenza di due soggettività pubbliche diverse, commissario e presidente della giunta, e noi dobbiamo intervenire in questi conflitti nell’interesse della collettività”.
    “Nel campo delle autorizzazioni – ha spiegato Salamone – il problema è il rapporto tra pubblico e privato. In che termini si può liberalizzare questo settore e in che termini le prestazioni del pubblico possono essere condizionate dall’intervento di nuove autorizzazioni”.

    Il lavoro del Tar: un terzo di decisioni in più rispetto ai procedimenti iscritti

    Nel corso dell’adunanza Salamone ha chiarito come “nel giro di due o tre anni sarà possibile smaltire i ricorsi pendenti mettendoci in pari, grazie anche alla costituzione di un ufficio che si occuperà solo di ricorsi vecchi e di ottemperanze”.
    Sui dati statistici i giudici amministrativi hanno sottolineato che nell’anno 2015 sono stati depositati 2224 ricorsi, 69 in più rispetto all’anno precedente, e ne sono stati decisi 3231, un terzo in più rispetto ai ricorsi introitati in un anno.
    “Lo smaltimento delle cause pendenti passerà dal prossimo luglio – ha aggiunto Salamone – attraverso il nuovo processo telematico, in fase sperimentale fino al primo luglio,quando diverrà obbligatorio”.
    Ai magistrati Germana Lo Sapio e Francesco Tallaro è stata affidata la relazione sul lavoro della prima sezione, in materia di appalti e interdittive antimafia, e della seconda sezione, in materia tra le altre di appalti di servizi e forniture, edilizia e scuola.
    A relazionare in udienza anche il prefetto del capoluogo, Luisa Latella, che ha affrontato in merito alla interdittiva antimafia, l’evoluzione della certificazione, come si arriva all’interdittiva e quali sono i criteri sui quali ci si basa per limitare una impresa nei rapporti con la pubblica amministrazione.