Si è avvalsa della facoltà di non rispondere la 17enne accusata di avere ucciso, nel maggio scorso a Melito Porto Salvo, la mamma di 44 anni perché le aveva tolto l’uso del telefono cellulare e del computer per punizione per il suo andamento a scuola.
La giovane, arrestata ieri dai carabinieri, è stata accompagna dal suo legale, l’avvocato Domenica Tripodi, al colloquio con gip del tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, dove ha deciso di non rispondere.
Una scelta, ha spiegato il legale, legata alla “volontà di mantenere la ragazza tranquilla e serena per quando andremo a chiarire la situazione e a dimostrare l’estraneità dai fatti”.
L’avvocato, inoltre, si è anche lamentata del fatto che alcuni organi di stampa abbiano dipinto la ragazza con un immagine diversa da quella reale “Non è il mostro che si dipinge” ha concluso.