Il tribunale del riesame di Reggio Calabria ha annullato il provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal Gip lo scorso 23 giugno, nell’ambito dell’inchiesta denominata Rimborsopoli, nei confronti dell’ex consigliere regionale Claudio Parente, ordinando la restituzione dell’intera somma sottoposta a sequestro per l’equivalente di 14.543 euro.
Parente, insieme ad altri consiglieri regionali, è accusato d’aver fatto presunte spese non documentate riconducibili alla sua carica politica. Il tribunale della Libertà, però, ha deciso che la somma debba essere restituita in toto. “Siamo soddisfatti per la decisione del tribunale – hanno sottolineato gli avvocati di Parente, Armando Veneto e Giacomo Maletta – che ha reso giustizia verso un provvedimento di sequestro che nemmeno astrattamente poteva essere ipotizzato nei confronti del dottor Parente. il quale in silenzio ed evitando autoassoluzioni mediatiche e rituali manifestazioni di fiducia nella magistratura, ha atteso con dignità e stile lo scontato epilogo. Chi ha conosciuto e chi conosce l’ex consigliere regionale, non ha mai avuto il minimo dubbio sul fatto che dovesse trattarsi di un errore. Rimane tuttavia nel nostro assistito l’amarezza per essere stato coinvolto, sebbene in modo molto marginale, in un’indagine basata su comportamenti che nulla hanno a che fare con il suo modo di agire, per come riscontrato anche dagli inquirenti, avendo gli stessi accertato come le spese del dottor Parente fossero tutti conferenti e gli importi delle stesse spese, superassero abbondantemente i rimborsi ottenuti”.