La kermesse Tabularasa, ha ospitato la rilettura di Salvatore Cosentino, magistrato, professore universitario, nonché autore teatrale, del teatro-canzone di Giorgio Gaber, con lo spettacolo Salvo Gaber.
“Sciascia – ha chiosato Salvatore Cosentino interrogato sulla sua figura di magistrato-attore – disse che la mafia verrà sconfitta da un esercito di maestri. Questo mi ha ispirato, maturando la convinzione che educare al bello, anche con il Teatro, sia un modo per produrre legalità”.
Il magistrato-attore ha definito “trasversali” i propri spettacoli, riferendosi anche ai luoghi in cui si è esibito: università, teatri e persino carceri. “Sono stato a Rebibbia e lì per i carcerati io ero il nemico, il pm. Tutti mi guardavano male all’inizio, ma è stato bello veder mutare musi lunghi in ampi sorrisi. Alcuni di loro mi hanno anche scritto delle lettere”.

Lo spettacolo Salvo Gaber è il quarto scritto dal magistrato salentino che, dopo ventitre anni di carriera come sostituto procuratore a Taranto nonché procuratore reggente a Locri, approda al teatro un po’ per caso. “Durante un convegno accademico su giustizia e arte due talent scout d’eccezione – ha detto riferendosi a Raffaele Mortelliti e Giusva Branca – suggerirono che dal mio intervento si sarebbe potuto trarre un monologo teatrale e così è stato. Quel monologo è diventato Un diritto… messo di traverso, e viene rappresentato ancora oggi”.
Riguardo al rapporto con la magistratura, Cosentino ha spiegato come gli umori dei colleghi non fossero inizialmente positivi. “Ricordo che per vincere l’indifferenza di un amico e collega è dovuta intervenire sua figlia, la quale aveva assistito ad una mia esibizione presso la Scuola per le professioni legali ed è rimasta colpita. Oggi lui è il mio primo sostenitore”. Egli, infatti, ha avuto l’opportunità di esibirsi con un suo spettacolo come Lectio Magistralis presso la Scuola Superiore della Magistratura. “Credo che ci sia una certa affinità tra diritto e arte. In entrambi si usano la retorica e l’eloquenza. – ha sottolineato Cosentino – Altresì, il giurista e l’attore indossano dei vestiti particolari, parlano in pubblico e seguono finanche delle regole scritte”.
Interrogato sulla sua esperienza a Locri il magistrato-attore ha confessato: “ho sofferto il mal d’Africa. Sono dovuto andare via, ma ho fatto di tutto per ritornare. Locri ti fa piangere due volte, la prima di paura quando arrivi, la seconda perché non te ne vuoi più andare. Alcuni dei miei migliori amici li ho conosciuti lì”.
Salvo Gaber è un florilegio di alcuni dei testi, prose e canzoni, più significativi del cantautore milanese, rivisti e interpretati da Cosentino che recita e canta. “Salvo è sia un nome, il mio, che un aggettivo. I brani sono stati scritti tra il ’70 e il ’95, ma sono ancora molto attuali. Li ho adattati e lo spettacolo è stato ufficialmente riconosciuto dalla Fondazione Giorgio Gaber. Ne sono soddisfatto, perché mi è venuto bene”. Cosentino considera Gaber un Maestro, conosciuto dopo la maturità e mai più abbandonato. “Salvo Gaber è la mia tesi di laurea”.
Proprio come una tesi lo spettacolo viene strutturato, portando sul palco dei veri e propri fascicoli processuali che fungono da spunto per coniugare reale e immaginazione. Vengono affrontati così i temi più vari: il linguaggio, l’ipocrisia, la psicologia, la dissoluzione dei valori, la solitudine e finanche l’amore. “Il linguaggio dei giuristi è barocco – ha detto con una certa ironia – Si usano troppe parole. Gaber, invece, era un grande perché riusciva ad affrontare argomenti profondi ed universali con un vocabolario semplice ed esempi lampanti”. Tra i brani scelti: Un’idea, Il dilemma, Dopo l’amore, Mi fa male il mondo, I soli, Quello che perde pezzi.