Pino Aprile, giornalista e scrittore pugliese e da sempre portavoce del Sud in Italia, ha presentato a Tabularasa il suo nuovo libro, “Terroni ’ndernescional” pubblicato dopo quattro anni dal primo “Terroni”, libro che ripercorreva la storia d’Italia fin dalla sua unificazione per dare una nuova lettura al contrasto odierno tra Nord e Sud. Conversando con gli organizzatori, Giusva Branca e Raffaele Mortelliti, Aprile ha spiegato il tema che ha permesso di approfondire le sue indagini sulla cosiddetta “questione meridionale”, scrivendo un secondo volume. Lo scrittore, in “Terroni ‘ndernescional”, cerca di capire perché la Sardegna sia assente nella storiografia dell’Italia, percorrendo un sentiero che lo conduce oltre i confini nazionali, fino ad arrivare in Germania. “Quando ho terminato questo libro – afferma Aprile – le questioni odierne della Grecia e della Germania erano solo ipotesi. Vedendo ciò che sta succedendo oggi posso dire che avrei preferito sbagliare analisi”.
Aprile inizia la propria disamina studiando proprio la storia della Sardegna: “Tutto quello che è stato fatto nel 1860 nell’Italia meridionale – racconta – è stato fatto dal 1720 in Sardegna, quando il Piemonte la rese una propria colonia. I Savoia, dopo aver acquisito la Sardegna, la spogliarono di tutto, incluse le abbondanti risorse minerarie, e la costrinsero ad un regime di monopolio per cui i sardi non potevano importare ed esportare se non attraverso un unico canale che passava per Genova”. Questa sarebbe, secondo l’autore, la nascita della “questione sarda”, che venne poi dimenticata dopo il 1860, quando venne compresa nella “questione meridionale”. E della questione sarda, Aprile vede un parallelismo nella Germania del 1989, quando era divisa in Germania Est e Germania Ovest. “Dove troviamo oggi questi metodi? – chiede Aprile alla platea – sono gli stessi sistemi che poco più di vent’anni fa ha impiegato la Germania Ovest verso la Germania Est. Gli hanno rubato tutto: posti di lavoro, università, amministrazioni e aziende. Ecco perché la questione meridionale è internazionale”. E sulla situazione politica attuale, Aprile afferma: “Il modello del 1989 è lo stesso che oggi la Germania ha imposto alla Grecia, con l’obiettivo di indebolire i Paesi del sud dell’Europa. Solo che la Germania crede che l’Europa sia padrona nel panorama mondiale, ma non è così. L’Europa ormai è il terrone del nuovo mondo che cresce a est e a sud, non a ovest e a nord”.
Aprile ha poi spostato la sua analisi sulle differenze tra Nord e Sud in Italia e in Germania, poiché mentre in Germania furono fatti investimenti – soprattutto infrastrutturali – anche nei territori svantaggiati, in Italia la situazione è oggi completamente diversa. “Quella degli spostamenti difficili – ha detto – è una precisa scelta politico-economica. Le linee furono potenziate soltanto per favorire il trasporto merci da nord a sud e viceversa, ma non per favorire il commercio locale, perché se il commercio del Sud divenisse autonomo sarebbe concorrenziale. Anche l’assenza del pedaggio sulla Salerno-Reggio Calabria è una scelta economica, perché ogni 100 camion che passano, 99 portano merci da Nord al Sud e uno solo da sud a nord”. E sui giorni nostri, Aprile non risparmia un attacco al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che definisce “il peggior leghista che abbiamo mai avuto. Non ha mai avuto il coraggio di fare una distribuzione delle risorse equa per tutto il Paese”.
Citando gli investimenti fortemente squilibrati verso il nord su scuole, infrastrutture, trasporti e molto altro, Aprile ha chiuso la serata con un appello affinché la ricerca della verità sulla questione meridionale non subisca una battuta d’arresto: “La verità negata – ha concluso – non fa danno soltanto all’oppresso, ma anche a chi esercita gli strumenti che offre la verità falsata per trarne dei vantaggi. Con una verità deformata nessuno riesce più a vedere le cose come sono andate veramente, perché a tutti è stata sottratta la verità, siamo stati amputati di una parte importante del nostro passato, e noi non siamo altro che il risultato del nostro passato”.
La serata di Tabularasa è proseguita con il concerto del cantautore siciliano Gill con il suo “Chi ha ucciso Luigi Tenco Tour”, che ha chiuso un altro appuntamento della kermesse.
