• Tabularasa 2015 - Calandra, Dominijanni

    Tabularasa 2015 – Il nuovo aggiunto alla Procura di Reggio Calabria Gerardo Dominijanni e Raffaella Calandra

    Nella serata conclusiva della kermesse, introducendo la giornalista Raffaella Calandra e il magistrato Gerardo Dominijanni, Giusva Branca e Raffaele Mortelliti hanno sintetizzato un mese di Tabularasa con poche battute di reale soddisfazione: “Si è consolidato un legame con la città – ha detto Mortelliti -. In tanti hanno partecipato ai diversi momenti proposti e questo ci spinge a ripartire e a pensare già a Tabularasa 2016”. Per Branca “Gli ospiti che si sono succeduti a piazza Italia dimostrano di essere grandi amici della manifestazione e della sua idea di comunicazione. Per questo anche loro hanno sopportato di buon grado qualche piccolo sacrificio e spostamento di programma”.
    Tabularasa 2015 - Calandra, DominijanniDopodiché i conduttori hanno lasciato spazio libero alla conversazione fra i due ospiti che, non poteva essere altrimenti, ha preso le mosse dalla nomina ufficializzata in mattinata a nuovo Procuratore aggiunto della Repubblica a Reggio Calabria del giudice fino ad allora impegnato a Catanzaro.
    Proprio per l’esperienza maturata nel capoluogo calabrese, i reati contro la pubblica amministrazione, nella valutazione della giornalista di Radio24, potrebbero costituire il naturale campo di azione del magistrato. Ma su questo il suo interlocutore non si è sbilanciato: “Ancora è presto. Io sono a disposizione dell’ufficio dove già peraltro operano altri colleghi”.

    Tabularasa 2015 - Raffaella Calandra
    Raffaella Calandra

    Al di là dello specifico incarico però, resta ferma la convinzione che sul territorio di Reggio ci sia tanto da fare nel contrasto alla criminalità specie sul fronte delle infiltrazioni negli appalti pubblici e fra i “colletti bianchi”.
    “La ‘ndrangheta – ha evidenziato il magistrato – si fonda sul consenso. E’ quello che si deve spezzare”. Il politico si rivolge al mafioso per essere eletto perché è da quell’ambiente di cui il mafioso è espressione che si traggono pacchetti di voti a loro volta frutto di un controllo del territorio. Patti scellerati che prevedono il drenaggio di risorse altrimenti destinate al bene comune. “Le tangenti le pagano i cittadini in termini di minori servizi e minore qualità delle opere”.

    Tabularasa 2015 - Gerardo Dominijanni
    Gerardo Dominijanni

    Cemento depotenziato, lavori carenti, tempi lunghi sono i costi poco visibili che la collettività sopporta inconsapevolmente. Il problema è quello dei controlli interni alle amministrazioni. “In generale si scarica sulla magistratura la polemica sulla mancanza di controlli. Ma i magistrati intervengono ad appalto assegnato”. Ad essere carente è l’azione di vigilanza interna all’amministrazione: “Non c’è una pubblica amministrazione che fa una seria attività disciplinare”.
    Occorre quindi, nelle considerazioni di entrambi, una minore deresponsabilizzazione delle amministrazioni come dei singoli cittadini per un controllo preventivo e puntuale dell’azione pubblica. Questa sì che completerebbe l’attività di vigilanza della magistratura rendendola più efficiente e funzionale alla tutela del bene pubblico.

    (Foto di Antonio Sollazzo)

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