Antonio Lo Schiavo è il candidato a sindaco per eccellenza, il candidato giusto per il Pd. Stimato, ‘pulito’, giovane e colto. Vibo è l’unico capoluogo di provincia ad andare alle urne per questa tornata elettorale. Forse è ancora presto per dirlo, forse in Calabria è sempre troppo prematuro, ma lo sguardo che i politici ed i dirigenti del partito hanno su Vibo non è il solito, potrebbe essere se positivo, un motivo in più per dire: “Stiamo lavorando bene ed i calabresi se ne rendono conto”. Ma in quanti in Calabria sono ancora disposti a credere nel risultato elettorale? Le ultime inchieste giornalistiche che hanno riguardato proprio Vibo, anche se non hanno sfiorato Lo Schiavo, hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca. Questo, però, secondo il candidato a primo cittadino non scalfirà l’affluenza alle urne. “Mi aspetto una grande partecipazione”. Dice infatti Lo Schiavo.
Per Lo Schiavo “i cittadini vibonesi accoglieranno questa tornata elettorale con grande sollievo dopo un periodo davvero difficile per la città, percependola come un’opportunità per voltare pagina e per fare un investimento nel futuro. Lo hanno già dimostrato, in parte, nel febbraio scorso, in occasione delle primarie del centrosinistra, quando in più di 5.000 si sono recati al voto per designare il candidato della coalizione. E ora credo, anzi sono convinto, che con uguale convinzione andranno a votare domenica, determinati ad avviare quel percorso di cambiamento che non è più rimandabile nella nostra città, premiando l’unico progetto in campo che punta su una nuova classe dirigente, svincolata da eredità politiche, e che vuole mettere la proprie competenze al servizio della collettività”.
Quella del candidato del Pd è stata una campagna elettorale molto lunga, impegnativa e complessa, “ma per certi versi – spiega – anche esaltante e gratificante. Una campagna che, personalmente, mi ha arricchito molto rivelandomi lati nascosti, non solo della mia città, ma anche delle persone che a vario titolo ho incrociato lungo questo percorso”. Una campagna giocata con “fair play” con gli avversari “anche se non posso nascondere che non ho condiviso il mancato rispetto dell’esito delle primarie da parte del candidato sconfitto”.
Vibo Valentia, sottolinea “è una città che ha bisogno di ritrovare un’idea di città, una speranza di futuro. La possibilità di credere che da lunedì possa iniziare un nuovo capitolo di amministrazione virtuosa che si ponga un orizzonte di almeno 10 anni”.
Una città dove “è necessario – continua – mettere mano alle grandi emergenze della città: dai rifiuti all’acqua, dalla riorganizzazione della macchina burocratica alla viabilità e, soprattutto, dalle emergenze sociali che affliggono Vibo e che finora non hanno trovato sollievo in adeguate politiche pubbliche”.
L’amministrazione uscente, chiarisce il candidato “lascia una pesante eredità sul piano del decoro e dei servizi essenziali, anche se non sempre per dirette responsabilità del sindaco e della sua giunta. Direi che le responsabilità siano piuttosto da addebitare ai partiti del centrodestra, gli stessi che adesso si ripropongono sotto falso nome a guidare la città”. E alle negatività corrispondono comunque degli aspetti da promuovere come “l’attenzione mostrata nel settore della riscossione dei tributi, pur in una condizione di dissesto finanziario che ha fatto schizzare al massimo le aliquote, e il tentativo di stabilire un canale diretto con la programmazione europea impiegando dei professionisti del settore”.
Le elezioni di Vibo sono state caratterizzate anche da un impegno fattivo di Libera, che ha promosso la campagna “Viboocchiaperti” un’iniziativa, per Lo Schiavo “meritoria che ha avuto l’indubbio valore di mettere i candidati di fronte alle proprie responsabilità, svelandone tra l’altro l’approccio al problema, che non era poi così scontato”.
“Nono ho avuto – sottolinea – nessuna difficoltà ad aderire in pieno alle richieste di Libera facendole mie e spingendomi anche oltre, mettendo sul tavolo proposte concrete in questa direzione già nei primi cento giorni di governo della città. Mi riferisco all’impegno alla costituzione di parte civile del Comune in tutti i processi di mafia; alla lotta alle potenziali sacche di clientelismo e corruzione nell’apparato comunale con la creazione di una centrale unica di committenza per le spese d’importo inferiore ai 100 mila euro; alla rotazione dei dirigenti e di tutte le posizioni organizzative comunali; alla trasparenza e alla pubblicità di tutti gli atti nonché delle situazioni reddituali e dei conflitti d’interesse di amministratori e dirigenti”.
(Clara Varano)