Coldiretti ha chiesto a Coca Cola, anche per Expo 2015, di utilizzare le arance di Rosarno innalzando dal 12 al 20%, come prevede la normativa, la percentuale di succo dentro le bibite, rafforzando dunque, anche per questa via, la presenza nel mercato delle arance della Piana.
Al riguardo Cgil e Flai Cgil hanno chiaramente appoggiato la scelta di Coldiretti, aggiungendo alcune tematiche da mettere all’ordine delgiorno per il Governo.
“Le dichiarazioni di Pietro Molinaro, Presidente di Coldiretti Calabria, sono importanti e raccolgono, per alcuni versi, anche una consolidata posizione sindacale sia relativamente alla prospettiva della filiera produttiva agrumicola della Piana di Rosarno che rispetto a una questione di “disagio sociale” di una catena di sfruttamento che opprime i lavoratori migranti”.
“Ci sembra necessario affrontare – hanno aggiunto I sindacati – anche un confronto con il Governo e la Regione, il ruolo delle multinazionali che non utilizzano il nostro succo nel silenzio più assoluto del Governo italiano”.
Nino Costantino e Celeste Logiacco, segretari generali delle due sigle sindacali, pongono, inoltre, a Coldiretti, altri due problemi: il primo relativo alla capacità del sistema produttivo calabrese, e in particolare della Piana, di affrontare il mercato soprattutto con la ricerca di un prodotto più di qualità, con l’evidente necessità di una riconversione dell’agricoltura nella Piana, in parte tentata anni addietro ma mai realmente avvenuta, e poi ovviamente con una modernizzazione indispensabile dell’industria di trasformazione. “Rispetto a tali problemi – spiegano I sindacati – è necessario intervenire per innovare il processo produttivo dell’agricoltura calabrese e della Piana anche attraverso le risorse dei fondi comunitari”. E questa è una questione a cui dovrebbero rispondere, per Cgil e Flai Cgil, la Regione Calabria. Coldiretti, e le altre associazioni dei produttori.
“Seconda questione – continuano –. Molinaro dice che con 15 centesimi al chilo i produttori agricoli sono sottopagati e la filiera non è remunerativa. Vero. E qui c’è un problema che riguarda il Governo nazionale, gli investimenti produttivi che non sono stati fatti nel corso degli ultimi decenni, l’evidente spaccatura del Paese anche nel settore agricolo con interventi anche ingiustificati e sbagliati nel Nord (chi non ricorda le quote latte, per esempio), e l’assenza di risorse e di progetti nazionali per rilanciare e rendere produttiva l’agricoltura nel Sud ed in Calabria. Anche su questo occorre invertire la tendenza e si può lavorare assieme. Allo stesso modo però chiediamo a Coldiretti ed alle altre associazioni di produttori di non relegare come questione secondaria il tema dei diritti delle persone che lavorano nella raccolta degli agrumi nella Piana. Se i produttori si lamentano giustamente per la poca remunerazione del loro prodotto si possono accettare lo sfruttamento e le condizioni di vita drammatici a cui sono sottoposti migliaia di migranti? Si può ancora accettare che una persona lavori dieci ore al giorno a 20 euro senza un contratto? Ecco, allora la nostra proposta: sindacati e produttori stipulino un Accordo Quadro che abbia come presupposto l’innovazione, la modernizazione e la riconversione dell’agricoltura della Piana e diritti e tutele per chi lavora, per aprire un confronto con il Governo e la Regione.
E questi saranno i temi di una prossima iniziativa della Cgil e della Flai a cui, ovviamente, inviteremo Coldiretti e le altre Associazioni dei produttori”.