La Guardia di finanza di Cosenza ha scoperto una truffa all’Inps per 13 milioni di euro. Sono stati denunciati 3.000 falsi braccianti ed altre 30 persone che hanno ideato la truffa. Le indagini hanno riguardato il periodo dal 2006 al 2011. Le Fiamme gialle hanno individuato alcune aziende agricole della Sibaritide che, attraverso falsi documenti, attestavano l’inesistente attività lavorativa per far ottenere ai falsi braccianti le indennità di disoccupazione e maternità. Le indagini della guardia di finanza di Cosenza sono state dirette dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Franco Giacomantonio, e dal sostituto Vincenzo Quaranta. Per la rilevante dimensione del fenomeno e delle persone coinvolte, quella scoperta dalla Guardia di Finanza di Cosenza, secondo gli inquirenti, è una delle maggiori truffe consumate in Calabria ai danni dell’Inps. Le aziende impiegavano operai su terreni che per dimensione o tipologia sono risultati “inconsistenti” rispetto al numero di lavoratori e di giornate lavorative denunciate, oppure per la simulazione di rapporti lavorativi fittizi o di aziende fantasma. La realizzazione della truffa si è concretizzata nella costituzione di aziende agricole nella zona di Corigliano Calabro, di Rossano, di Cassano allo Ionio e comuni limitrofi, con centinaia di lavoratori dipendenti, che, in realtà, lavoravano solo sulla “carta”, presso terreni di ignari o, addirittura, inesistenti committenti. I finanzieri hanno accertato anche che gli organizzatori della truffa hanno intascato dai falsi braccianti quasi 5 milioni di euro a fronte delle false attestazioni sulla base di un vero e proprio tariffario: 700 euro per 51 giornate, 1.400 per 102 giornate ed 2.100 per 153 giornate. (ANSA).
