La presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità, Antonia Lanucara, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“La mattanza contro le donne non si ferma in Calabria. A Vibo Valentia sono state ferite da un colpo di spranga sferrato alla testa, una tredicenne che oggi è ricoverata in gravissime condizioni a Catanzaro e sua madre, la signora Rosa Schiavello. Al di là del movente e al di là dei rancori, l’aggressione che si realizza con sprangate contro i vetri di un auto su cui viaggiavano madre e figlia e la scena drammatica alla quale avrebbero assistito un centinaio di testimoni, è davvero inquietante. Un passante avrebbe allertato il 113. La ragazzina versa in gravissime condizioni nel reparto di Neurochirurgia del ‘Pugliese’ di Catanzaro. Essere solo amareggiati come donne e come cittadine è poca cosa; la società civile, le istituzioni ai vari livelli, gli organi preposti alla sicurezza dovranno stringersi in un abbraccio corale per iniziare un percorso che possa fermare questa violenza che sviluppa sacche di dissociazione dallo Stato democratico. Bisogna, infatti, riscrivere le regole della convivenza civile. Quello che a è avvenuto a Vibo non può essere considerato cronaca di un fatto ‘privato’. Le forze dell’ordine che sono preposte alla tutela del territorio dovranno essere fornite di tutti i mezzi necessari per farlo. La violenza che si sta registrando, quella esplicita visibile e quella invisibile dovranno trovare presto risposte di ‘luce’. I giovani e le giovani devono ricominciare a riscoprire i valori della vita. Domani, alle ore 11.00, una delegazione istituzionale composta dalla sottoscritta assieme alla vice Presidente Carrozza ed alla Commissaria Folino, oltre che dalla Presidente della Provincia Wanda Ferro e da rappresentanti autorevoli del Comune di Catanzaro, si recherà al ‘Pugliese’ per avere notizie della tredicenne per dirle che non è sola, che le istituzioni democratiche vogliono realizzare una solidarietà con lei e con la sua mamma per consentire loro di riprendere fiducia in se stesse, per la loro vita, nella loro terra di Calabria. Dobbiamo fare tutti di più uscendo da quella pigrizia che si sta impadronendo della democrazia; pigrizia che rischia spesso di ridurre il degrado e la violenza a fatti di natura ‘privata’, fatti che invece devono chiamare in causa la politica e la proposta di rinnovamento di cui tanto si parla”.