• Bianchi (Pd): "Ss 106 entri in agenda politica nazionale"

    ”La strada statale 106 ionica e’ una infrastruttura strategica e che ha necessita’, visto le condizioni di arretratezza in cui versa, di entrare a pieno titolo tra gli impegni politici, locali e nazionali”. Lo ha dichiarato la senatrice del Partito Democratico, Dorina Bianchi. ”La 106 e’ arteria fondamentale di tutto il sistema viario del Sud d’Italia – ha proseguito – essendo l’unica via di accesso lungo il versante ionico alle Regioni Puglia, Basilicata e Calabria e svolgendo funzioni di connessione con le aree interne del territorio”. ”Ma la 106 e’ anche una tra le strade piu’ pericolose d’Europa, centinaia le vittime, come in una guerra silenziosa e non dichiarata ai cittadini del Sud. Chi viaggia su quella che e’ tristemente nota come la strada della morte – ha poi aggiunto – e’ costretto da un percorso tortuoso e accidentato e che attraversa anche i centri abitati, dunque non certamente puo’ ritenersi adeguata a sopportare gli intensi flussi di traffico che sulla costa ionica si registrano”. ”Nonostante questo – ha sottolineato la Senatrice – i fondi destinati ai lavori cosiddetti ”urgenti”, tra i quali era inserito anche l’ammodernamento della 106, destinati a Calabria e Sicilia per le infrastrutture e difesa del territorio e per il quale il Governo Prodi aveva stanziato 1.363,5 milioni di euro, sono stati distratti, dal Governo Berlusconi, per la copertura finanziaria del taglio dell’Ici. Il tutto a discapito della sicurezza dei cittadini che su questa strada rischiano di perdere la vita ogni giorno”. ”L’ammodernamento della Statale 106 – ha continuato – si rivela indispensabile sia per smettere di contare i troppi incidenti mortali, sia perche’, proprio a causa dello stato in cui questa strada versa, e’ stata finora deterrente per chiunque avrebbe voluto investire nei territori sempre piu’ isolati della costa ionica, causando cosi’ il depauperamento economico e sociale degli stessi e penalizzando qualsiasi tipo di attivita’, sia essa di tipo commerciale, industriale, agricolo. Senza dimenticare – ha concluso – di come anche il settore turistico, indispensabile per il rilancio regionale, abbia subito ingenti danni”. (Asca)

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