“Ci sono dei luoghi in cui si muore sotto il sole mentre si raccolgono pomodori e uva, e questi luoghi si chiamano Sud”. Così, l’ex ministro Maria Carmela Lanzetta, nel corso del suo intervento alla direzione del Pd che ieri ha puntato i riflettori sulla crisi del Mezzogiorno evidenziata dal rapporto Svimez.
“Tutti noi – ha aggiunto Maria Carmela Lanzetta – dovremmo fare le dovute riflessioni sulla nostra azione politica, parlamentare e regionale riguardo il Mezzogiorno. E in quest’ottica mi chiedo: è giusto puntare il dito adesso solo su Renzi? Certo è lui il direttore d’orchestra, ma non possiamo rinunciare a valutare anche il comportamento degli orchestrali”.
Il dito l’ex ministro, dunque, lo punta sull’amministrazione locale aggiungendo: “Dubito che il Mezzogiorno possa cambiare verso, pur ritenendo giuste e appropriate moltissime analisi e valutazioni sulle cause della sua decadenza, se prima la classe politica meridionale non fa una giusta e sincera autocritica”. Perché, continua la Lanzetta, “se da una parte la classe politica meridionale deve analizzarsi senza autolesionismi, dall’altra deve farlo anche senza semplici autossoluzioni”.
Le responsabilità ha sottolineato, “non sono sempre altrove, sono anche qui, sono anche nostre”.
Al centro del discorso della Lanzetta anche i fondi comunitari: “Se è vero che 41 miliardi di fondi europei e nazionali sono stati dispersi in 900mila microprogetti, i cittadini avranno mai la visione d’insieme che ha guidato l’utilizzo di questi fondi? E quindi è come se non fossero mai stati spesi”.
In questo senso “si sente l’esigenza – ha aggiunto – di una riflessione sul ruolo delle Regioni, anche perché molti governatori hanno evidenziato la necessità di un cambiamento. E la commissione che ho istituito come Ministro ha dato già un primo parere sulla possibilità di riforma delle Regioni per un maggior coordinamento in materie diverse, dalla sanità all’ambiente, ai trasporti, alla programmazione dei fondi comunitari”.
Torna anche lei sulla Tav: “Ritenendo che la crescita della Calabria sarà sempre precaria senza l’alta velocità Salerno – Reggio Calabria, c’è un’altra questione che attanaglia il Mezzogiorno, ed è il costo del credito bancario: una media del 9% contro il 5% del nord: com’ è possibile fare impresa con questi tassi?”
E da ex ministro per gli Affari Regionali le sue parole non mancano di approfondire le dinamiche dei territori. “Ben vengano tutti gli investimenti e le infrastrutture – dice la Lanzetta – ma attenzione a non stravolgere o cancellare i tratti identitari del Mezzogiorno che riguardano soprattutto la vivibilità dei piccoli Comuni, i valori tradizionali non folklorizzati, il Paesaggio e i Beni Culturali perché, come è stato detto da Renzi qualche giorno fa all’Expo, sono “la carta d’identità di un luogo”, e il “senso dei luoghi” va tutelato, non asfaltato come è stato fatto, tante volte, in Calabria”.
“I beni culturali – conclude – vanno dunque prima di tutto tutelati e poi valorizzati. Poi, certo, possono e debbono essere considerati anche un volano economico, e allora facciamo in modo che lo siano veramente, perché finora non è così o almeno lo sono in piccola parte, mentre centinaia di laureati in archeologia e in beni culturali sono a spasso e non solo loro. Non è un caso infatti che, da una indagine di questi giorni condotta su 5000 giovani meridionali tra i 19 e i 32 anni, l’84,4% è pronto a trasferirsi in qualsiasi regione italiana e anche all’estero, soprattutto laureati, continuando quindi a impoverire il sud non solo in modo quantitativo ma anche qualitativo”.