di Mario Meliadò – Fra i traccheggiamenti per le verifiche sul voto, i conciliaboli per l’assetto dell’Ufficio di Presidenza, lo ‘nnacamento cui il calabrese medio è restio a rinunciare e il più che controverso rinvio della prima seduta di Consiglio regionale rispetto alla data originaria del 29 dicembre, di tempo se n’è perso anche troppo.
Di questo, il primo a essere convinto è il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio: «Qui da noi si usa parlare molto spesso. Ma ora è tempo di “fare”», ha arringato più volte i suoi il neoGovernatore; e non è stato diverso il tono del suo colloquio coi vertici Unimpresa (proprio con Natale Mazzuca & C. l’ex deputato ha sottolineato come sia indispensabile una “svolta” dell’Ente nel segmento-burocrazia e quanto a qualità e percentuale d’effettivo utilizzo dei fondi Ue).
Così, oggi è stato lo “start” per il presidente dell’Assemblea Tonino Scalzo, dopo la sua elezione in prima votazione grazie alla “complicità” dell’Ncd. Tante strette di mano e primi incontri, ma pure parecchio movimento quanto a consiglieri regionali presenti e in fermento a Palazzo Campanella.
Una seconda cruciale tappa doveva aver luogo fra tre giorni: per giovedì prossimo alle 15, infatti, era stata convocata la seconda seduta consiliare di questa decima legislatura regionale.
Completati gli assetti quanto all’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea, l’occasione giusta per il capo della Giunta per esporre le proprie linee programmatiche; tra le righe del «programma di Governo», dovrebbe far capolino qualcosa (indicazioni larghe d’area, criteri) circa l’imminente formazione dell’esecutivo.
Non per niente, il secondo punto in esame – come ampiamente annunciato – era la modifica allo Statuto regionale “in prima lettura”: una modifica statutaria che, con la sua approvazione, intanto diverrà senz’altro la normativa di questo tipo più “giovane” di sempre, quanto a sottoscrittori (i piddini Mimmo Battaglia, Nicola Irto e Seby Romeo, 35mila voti ma anche 124 anni in tre…, e Ciccio D’Agostino di Oliverio Presidente).
In quale direzione andranno le variazioni allo Statuto già è noto: il Governatore dovrà poter nominare i 6 membri (al massimo) del “suo” esecutivo senza alcun tipo di restrizioni, indifferentemente tutti interni o tutti esterni o mescolando le due tipologie d’assessori. I “boatos” non mancano: più che di nomi, si vocifera di quali potrebbero essere gli (ingenti) accorpamenti di deleghe che andrà a operare Mario Oliverio, costretto dalle nuove norme a limitarsi a una “squadra” a 6 elementi. E poi macroaree suggestive almeno da inserire in uno degli assessorati: per esempio, una sorta di “superassessore” alla programmazione economica d’ogni tipo, mormora qualcuno, ovvero anche un uomo della Giunta che tra le pieghe del sociale (inteso come Sanità, come Welfare e come Galassia Associazionismo) possa inserire una robusta delega quanto al mondo degli emigrati (calabresi nel mondo) e degli immigrati (extracomunitari e rifugiati) indifferentemente.
Ben altra difficoltà, temiamo, celerà il bilanciamento tra partiti della coalizione e tra differenti realtà territoriali; fermo restando che, essendoci un Governatore cosentino, anche qui molti addetti ai lavori ritengono che ci saranno diverse indicazioni tra la provincia di Reggio, che non ha neppure l’uomo apicale in Ufficio di Presidenza, e quella di Catanzaro, ma anche almeno un elemento delle due realtà “minori”, Vibo o Crotone.
E in consonanza alla convocazione per giovedì 15, parecchi fra gli addetti ai lavori ritenevano potesse essere giusto questa la settimana giusta per il varo della giunta Oliverio. Ma non sarà così…
In serata, infatti, dall’Ufficio stampa di Palazzo Campanella arriva un “abbiamo scherzato”. La seconda seduta del Consiglio regionale non si terrà più il 15 gennaio come programmato ma slitterà sempre alle ore 15 di martedì 20; resta identico, ovviamente, l’ordine del giorno. Un differimento improvviso dovuto, si legge, a «impegni istituzionali a Roma del presidente Scalzo.
Che non decidano, a questo punto, anche i dipendenti dell’Ansaldo Breda, di far slittare lo sciopero previsto per il prossimo giovedì (Leggi qui) indetto con lo scopo di sostenere il personale che ha perso il posto di lavoro e di ottenere le spettanze dovute?
Più che strologare sull’effettiva portata di tali impegni e sulla poco felice tempistica, con un rinvio “ad horas” come avvenne rispetto alla prima seduta, c’è da tenere in considerazione che, alla luce dei desiderata di Mario Oliverio, questo differimento sposta senz’altro in avanti anche la formazione della sua Giunta, che a questo punto verrà varata a oltre due mesi dal giorno delle elezioni (23 novembre scorso)…
Un’altra piccola tegola.