Il nuovo deferimento della Reggina non coglie nessuno di sorpresa. Si sapeva sarebbe arrivato e il club amaranto ha un solo orizzonte: smontare pezzo per pezzo la nuova penalizzazione che, in primo grado e salvo sorprese arriverà. Come, in realtà, dovrà fare anche per la prima.
Ma qual è la situazione e cosa dicono le norme?
Capitolo stipendi – La Reggina ha pagato gli stipendi di tutti i tesserati al momento della scadenza. Sono rimasti al di fuori quei calciatori che sono andati via a gennaio. La contestazione relativa al mancato versamento degli emolumenti si riferisce proprio ai mesi di gennaio e febbraio (nel precedente deferimento erano novembre e divembre). Va detto che si dovrà capire perché viene indicato anche il mese di febbraio, considerato che potrebbe trattarsi di un “pro-forma” nell’indicazione, poiché si ragiona solo per bimestri.
Capitolo tasse – La Reggina non ha saldato le scadenze Irpef relative al periodo gennaio e febbraio. Esattamente come era accaduto per novembre e dicembre.
Capitolo Contributi – Il deferimento indica il mancato pagamento delle somme Inps del range temporale indicato dal deferimento (aprile 2022-febbraio 2023) Il periodo così lungo spaventa, ma la scadenza bucata per effetto dell’impossibilità a pagare è una, accorpata per tutti i clubs.
La Reggina non ha pagato gli ultimi due bimestri (gennaio e febbraio), per lo stesso motivo per cui non ha pagato novembre e dicembre. Il Tribunale non ritiene queste spese “correnti” e non autorizza i versamenti.
Il 16 marzo scadevano anche i termini per regolarizzare le rate relative alle pendenze contributive della fase Covid, inglobate nel decreto Salva Calcio. Tutte le squadre hanno aderito a questo ammortamento. La Reggina ha pagato tutte le rate fino a dicembre, fino allo stop che vale per le altre spese similari..
Quali scenari? La Reggina ritiene che alla fine di tutti i giudizi avrà ragione su tutta la linea e non avrà neanche un punto di penalizzazione. La sensazione, in realtà, è che sul primo bimestre di stipendi ci sia poco da fare (1 punto dei 3 della prima penalizzazione). Sul resto tutto è aperto, soprattutto arrivando al secondo (Corte Federale) e al terzo grado della giustizia Sportiva (Collegio di Garanzia del Coni). Diverso è, infatti, il ragionamento per il bimestre successivo di emolumenti (arrivato totalmente dopo la richiesta di ristrutturazione del debito) e le tasse comprese nei due deferimenti.
Tuttavia, dopo i tre punti arrivati in primo grado per il primo deferimento , è lecito attendersi che almeno in primo grado arrivi una sanzione anche per il secondo deferimento.
Ma quali potrebbero essere le sanzioni? Meglio andare nel dettaglio.
Le possibili sanzioni
Non pagare gli emolumenti cosa comporta? Il Codice di Giustizia Sportiva parla chiaro.
Basta leggere l’articolo 33, lettera f:
Altra questione riguarda, invece, tasse e contributi Inps. i due tipi di incombenze sono quasi sempre accorpate e lo dimostra proprio l’articolo 33 comma 4.
Eccco la sanzione:
In teoria si rischierebbero 4 o più punti di penalizzazione. Tuttavia, è bene precisare che l’orizzonte era il medesimo nel primo deferimento e ne sono arrivati solo tre.
Il terzo rischio paventato riguarda, invece, la recidiva. Ossia la possibilità che, ad esempio, ci siano due punti aggiuntivi di penalizzazione per il ripetersi di irregolarità amministrative.
In passato per reiterate violazioni amministrativo-economiche si sentiva, infatti, spesso parlare del concetto di recidiva. Il codice di Giustizia Sportiva del 2023 sembra fugare questa ipotesi. Lo si apprende tramite l’articolo 18.
In sostanza la maggiorazione delle sanzioni si verifica “salvo che la materia non sia diversamente regolata”. Ogni bimestre “bucato”, però, ha un regolamento chiaro, preciso e, dunque, “diversamente regolato” e questo lascia presagire che il concetto di recidiva, a leggere le norme, sembra superato.