Rubavano l’acqua utilizzando allacci abusivi. Scoperti dalla Guardia di finanza in provincia di Catania, otto villette e un bar che avevano realizzato la rete idrica illegale. Dodici le persone denunciate che dovranno rispondere davanti alla procura di Catania di furto aggravato e
continuato di acqua potabile. Le indagini condotte dai militari della Tenenza di Paterno’, con l’ausilio dei tecnici dell’Acoset di Catania, gestore per l’erogazione idrica, hanno consentito di scoprire che un bar di Ragalna e diversi nuclei familiari di Belpasso, sottraevano illecitamente l’acqua erogata dalla societa’. In particolare, nel bar-pasticceria i militari hanno sorpreso un dipendente mentre, armato di pinza giratubi, smontava il tubo flessibile che collega la colonna di distribuzione dell’acqua con l’utenza dell’esercizio commerciale; l’uomo e’ stato denunciato insieme al titolare e a un altro responsabile dell’esercizio, con il contestuale sequestro dell’attrezzatura e l’apposizione dei sigilli. Analogamente, a Belpasso, 8 nuclei familiari hanno omesso di fare installare il contatore dell’acqua eseguendo l’allaccio diretto alla rete idrica, senza pagare i prelievi e i servizi dovuti in quanto mai censiti o autorizzati. Il sistema era ben studiato ed architettato, visto che l’approvvigionamento avveniva direttamente dalla condotta generale dell’Acoset convogliando l’acqua in apposite vasche di accumulo, sistemate abusivamente in una strada adiacente le villette e nascoste alla vista da paratie di alluminio, per poi essere distribuita alle utenze di ciascuna abitazione tramite un’apposita pompa collegata direttamente alle stesse vasche. I finanzieri grazie ad una accurata analisi dei dati forniti dal Comune di Belpasso sono riusciti a ricostruire la dinamica dei fatti risalendo ad ognuno dei responsabili che occupava le villette, accertando che il reato si consumava gia’ dal settembre 2007. Dalle verifiche e’ emerso che in precedenza l’acqua era fornita alla societa’ costruttrice delle villette, cosicche’ proprietari o locatari degli immobili avevano poi usufruito dell’allacciamento alla rete idrica realizzato per il cantiere. Allacciamento provvisorio che in mancanza di un successivo contratto per la fornitura di acqua e’ diventato definitivo. L’acqua potabile trafugata veniva utilizzata per colmare il fabbisogno familiare e per l’irrigazione di giardini. Gli allacci abusivi sono stati scollegati e l’Acoset si costituira’ parte civile in relazione a un maxifurto d’acqua stimato in circa 1 milione e 800 mila litri