Il reddito di cittadinanza sarà abolito? Non è facile rispondere a questa domanda. Il programma del Governo di Giorgia Meloni non dovrebbe, però, far passare molto tempo prima di mettere mano sulla misura. Servirebbero, ovviamente, diversi passaggi e del tempo per poter intervenire concretamente, ma la linea per alcuni è già tracciata.
In un’intervista rilasciat aa Il Fatto Quotidiano, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha fatto il punto sui numeri del reddito di cittadinanza. Una misura fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e osteggiata da buona parte delle altre forze politiche. C’è chi lo vuole abolire, chi riformare e chi semplicemente intervenrie sulla parte relativa alle politiche attive sul lavoro.
Chi prende il reddito di cittadinanza? I numeri sugli aventi diritto
Su questo fronte, però, c’è da porre l’accento sulla forte incidenza a livello assitenzialista del reddito. “Nella media del triennio – ha spiegato Tridico – il 65% dei percettori sono anziani, disabili e minori e persone che non hanno mai lavofrato; il 20% sono lavoratori poveri a cui integriamo il redito, il 10%, 350 mila persone, ha trovato lavoro; un altro 5% ha il reddito e non lavora e potrebbe essere inserito nel mercato con politiche mirate”.
Poi c’è il vero scoglio per la collocazione sul mondo del lavoro. “Il profilo dei percettori – ha sintetizzato Tridico – nel 70% dei casi è composto da persone con bassa istruzione, spesso difficili da collocare sul mercato, un mercato che per buona parte dell’ultimo triennio è stato bloccato da pandemia e crisi”.
Quali alternative ci sarebbero?
E domani il reddito di cittadinanza non esistesse più? “Per milioni di persone , senza il reddito di cittadinanza, rimarrebbe solo la Caritas” ha spiegato Tridico.
“Esiste – ha aggiunto – la Naspi per chi perdeer il lavoro, per un massimo di due anni. Ma ricordiamoci sempre che il Rdc oggi per i due terzi viene dato a persone che non possono lavorare (anziani, disabili, minori), o non hanno mai lavorato, o non hanno una storia contributiva recente”.
Occorre comunque sottolineare che la volontà del Governo Meloni non c’è volontà di mettere in difficoltà chi non è in condizioni di lavorare. Si attendono comunque sviluppi, benché le manovre siano destinate ad essere macchinose.
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