Altra domenica di passione per i tifosi della Reggina. Risulta ancora tutto aperto per quel che riguarda la possibile cessione societaria, per un motivo semplice: tutto passa per le valutazioni di chi deve acquistare e che non sono state ancora espresse. Tutto il resto sono sensazioni, idee o previsioni più o meno audaci. La risposta arriverà entro martedì.
L’acquirente non ha mai manifestato disinteresse, ma da quando si è iniziato a a serrare le fila per chiudere i conti e concretizzare i discorsi praticamente ogni giorno è venuto fuori un problema di gestione relativo al corso societario che si è concluso nel mese di maggio.
L’intricarsi della situazione, pur non essendo irreparabile, ha indotto riflessioni. Anche perché l’operazione è supervisionata da uno staff di esperti contabili. Va dato atto a chi ha voluto acquistare che non è andato in cerca di visibilità, perché ha preteso fin dal primo minuto riservatezza.
Oggi è tempo di riflessioni n cui pesa tutto. Oltre all’incertezza su cosa possa venire fuori dalla gestione precedente (intesa come flussi finanziari in negativo) ci sono anche fattori che giocano a favore. In primis la possibilità che ormai tutti i creditori possano essersi palesati, fino a far gonfiare, ma in maniera definitiva, il debito. Ma anche e soprattutto la spinta che viene da un nuovo gruppo di sponsor, a cui si aggiungono quasi tutti quelli della stagione precedente che hanno già manifestato disponibilità a rinnovare gli accordi.
Le istituzioni (lo si evince anche da quanto dichiarato dal sindaco metropolitano Versace) sono pronte a fare la loro parte. Il Centro Sportivo Sant’Agata (con un progetto di espansione, rispetto alla già eccellente struttura con pochi eguali in Italia) è già nella disponibilità del club fino al 2040, con possibilità di estendere l’accordo fino a tempo indeterminato.
In cantiere c’è già il bando per dare in gestione tutta l’area dello Stadio, destinata a diventare un polo sportivo, con possibilità di trovare nuove partnership per riammodernare il Granillo. Struttura già ritenuta facilmente ristrutturabile e candidata a diventare uno stadio moderno, in un’area che è in centro città.
E poi c’è una città che che, basta guardare tutti i dati relativi all’affluenza del pubblico, sarebbe pronta a supportare il progetto. Quando si parla di Reggina non si deve parlare dei 25.000 abbonati della Serie A; ma dei 4000 in Serie D e degli 11.000 di media dell’ultima Serie C. Una società che quest’anno è arrivata quattordicesima in campionato, ma che ha avuto il sesto posto assoluto per spettatori presenti nonostante un torneo anonimo e prospettive poco rose chiare da tempo.
E, dato da non dimenticare, nella prossima stagione ritornano gli abbonamenti.
Tutto questo costa circa 15 milioni. 4 milioni da versare subito, più 11 rateizzati in 10 anni. Cifre assolutamente gestibili con una squadra che in B arriva a fatturare 11-12 milioni e che nella prossima stagione avrà un monte ingaggi già abbattuto del 30% rispetto alla stagione precedente (7,5 mln lordi circa, passeranno a 5).
Chi vuole fare calcio ha ben chiari alcuni parametri. Per vincere un campionato di Serie C ne servono 10, con zero introiti (o quasi) e da versare subito. Per vincerne uno di D potrebbero non bastarne 1,5. Prendere oggi la Reggina potrebbe essere un’occasione irripetibile, tenuto conto che il club amaranto è tutt’altro che una scatola vuota.
Lo sarebbe per chi deve acquistare, lo è anche per la città per rischia di perdere un patrimonio per cifre che nel calcio non sono affatto alte.