• Carmen: grande spettacolo al “Cilea”

    teatrocilea.JPGdi Grazia Candido – Una passionale Rossella Brescia nei panni di “Carmen….una storia Mediterranea”.

    Lo aveva promesso il coreografo Luciano Cannito di portare in riva allo Stretto “una Carmen

     diversa, innovativa, una figura femminile dal forte ruolo sociale e con una passione estrema di donna dei Sud che non ha paura di rischiare tutto per la propria libertà”, e ha mantenuto l’impegno affascinando il pubblico reggino con la presentazione del classico di Georges Bizet ambientato nella Siviglia dei primi anni del 1820 e, messo in scena ieri sera e in replica oggi alle ore 21 al teatro “Francesco Cilea”.

    Una storia attualissima che fa riflettere e anche sprona i “deboli” di cuore a lottare e a non aver paura di abbandonarsi con il corpo e con la mente, a quel sentimento travolgente, puro ed indispensabile per la vita, l’amore.

    E sul palco si respira proprio questo trasporto passionale determinato dai sincronici movimenti del solisti del teatro “Massimo di Palermo” che, insieme ai protagonisti Rossella Brescia e Antonio Aguila (che ha brillantemente sostituito il ballerino cubano della trasmissione televisiva “Amici”, Josè Perez), hanno creato le atmosfere di quel periodo, le paure, la solitudine, l’angoscia di un uomo accecato da falsi valori e dal suo egocentrismo.

    Tutto inizia con un gruppo di profughi che, sfruttati dallo scafista “Escamillo” e braccati dalle forze dell’ordine comandate dal severo carabiniere Don Josè, sbarca a Lampedusa dopo un viaggio allucinante. Sul palco si crea il dramma di uomini e donne che sfuggono situazioni estreme e che vedono come unica via  d’uscita i cosiddetti “viaggi della speranza” ma anche la solitudine e la disperazione di chi invece, ha tutto dalla vita ma è ugualmente insoddisfatto.

    Storie purtroppo attualissime, che hanno in un certo senso, spinto il regista Cannito a ricreare sul palco, le vicissitudini di quei clandestini che, quotidianamente, scappano per avere una vita degna e migliore.

    “La mia Carmen – afferma il coreografo – è forse semplicemente questo. Immaginata nell’isola di Lampedusa, isola del Sud per la ricca e annoiata Europa, mitico Nord per centinaia di disperati e profughi in fuga chissà da dove e chissà per quanto tempo. Storie, del resto, sotto i nostri occhi dalla mattina alla sera. Carmen può essere oggi una sudanese, una kurda, un’afghana, una kosovara, un’albanese, una pakistana  – aggiunge ancora – e non ha paura di perdere ciò che ha, lotta come una leonessa perché sa di possedere forza, bellezza, potenza e libertà”.

    Fulcro di tutta la storia è l’amore travolgente tra Carmen e Don Josè che cerca di piegare lo spirito ribelle della sua amata ad una vita perbene, fatta di routine, passeggiate e tanta televisione. Ma la vita è ben altro, e questo Carmen lo sa e decide di sfuggire da quella “gabbia di mediocrità”.

    Torna dai suoi amici profughi ricongiungendosi con il suo amore, Escamillo e, anche se è cosciente dei rischi del suo gesto, la donna non si lascia prendere dalla paura. Lo dimostra la splendida Rossella Brescia con la sua grinta, il trasporto e l’energia dei suoi movimenti che esprimono la voglia di Carmen di lottare per quella ricchezza che non ha prezzo e non si può comprare. Il sentimento della giovane donna però, non è capito da Don Josè imprigionato nella “sua burocratica e sicura armatura di maschio occidentale ad avere tutto da perdere contro chi non ha nulla da perdere”.

    Ferito nell’orgoglio Don Josè uccide la sua amata ma questo tragico finale non segna la sconfitta di Carmen bensì dell’uomo della gloria effimera, quello che è accecato dal potere, dal successo, dall’egoismo e allo stesso tempo, è insoddisfatto e solo, perché non ha avuto la fortuna di essere cullato dall’inestimabile forza dell’amore.

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.