di Franco Arcidiaco – Cari amici strilloni debbo dirvi che ho atteso un bel po’ prima di redigere il mio “discorso alla nazione” d’inizio anno, perché volevo verificare se l’ottimismo, che avevo manifestato nei miei precedenti interventi, avesse ragion d’essere. Sotto sciatica da una
settimana ho avuto modo di riflettere e, complici anche i fumi del Voltaren, il quadro che ne è venuto fuori richiama più Munch che Renoir… A parte Obama, (a proposito, vi siete resi conto che quello di Martin Luther King è stato l’unico sogno realizzato del XX secolo?) non c’è stata, in questo mese di Gennaio, una sola notizia positiva. I giornali non sai se leggerli la mattina o la sera, si tratta di scegliere se rovinarsi la giornata o la nottata; la televisione, poi, meglio dimenticarla e rifugiarsi sui film, lo sport e le news di Sky, così ottieni anche l’effetto di fare incazzare il Caimano e non ti avveleni. Dalle nostre parti ci mancava pure il maltempo, ora il quadro è completo; la cosa che mi fa impazzire di più sono i pianti greci dei riggitaneddhi che si lamentano delle condizioni in cui è ridotta la nostra città ed il nostro entroterra. Sono gli stessi incivili trogloditi (che non dimentichiamo costituiscono la maggioranza della popolazione) che hanno passato la vita a: edificare abusivamente, scaricare rifiuti nelle fiumare e nelle vallate, fottersi il denaro pubblico, calpestare e schifiare ogni regola della convivenza civile e, last but not least, considerare la politica solo come una fonte di soluzione dei propri problemi personali. Ora piangono perché le strade sono franate e piene di buche, le case sono allagate, le condotte idriche sono inquinate e i corsi d’acqua si sono ripresi i propri percorsi naturali. Ma dico, che s’aspettavano? Il terremoto del 1908 e la grande alluvione del 22 ottobre 1951 avevano lanciato un monito abbastanza chiaro: la natura si ribella alle ferite che le vengono inferte ed il tutto si paga in termine di vite umane e di gravi disagi. Ed allora, aspettiamo il disastro prossimo venturo costruendo centri commerciali sulle rive del mare, abitazioni nei letti dei torrenti, edifici senza regole e continuiamo a scaricare rifiuti dappertutto e a devastare impunemente l’ambiente. L’altro problema di questi giorni è quello dell’acqua potabile, manca in molti rioni e dove c’è è inquinata, oltre che dalle solite infiltrazioni saline, da fango e sporcizia. Una recente indagine ha stabilito che ben il 78% dell’acqua potabile distribuita nella nostra regione, si perde a causa delle condizioni in cui versa la rete idrica, per colpa dei Comuni. Eppure il denaro per i lavori pubblici viene speso in abbondanza ma non c’è mai nessuno, evidentemente, che controlla la qualità dei lavori; in questa direzione ho molto apprezzato la levata di scudi del sindaco Scopelliti (avviso per i coglioni: non mi sono buttato a destra…) che, dimostrando un notevole coraggio e indipendenza, ha strigliato a dovere la classe burocratica e l’apparato tecnico del Comune fornendo un notevole assist alla commissione presieduta da Nuccio Barillà che a breve, si spera, dovrebbe fornire i risultati del suo lavoro. Nel frattempo la Regione continua a sperperare i Fondi europei in direzione esclusivamente clientelare, ignorando le vere emergenze della Calabria che sono soprattutto di tipo strutturale; pensate che, con un decreto in sordina datato 30 dicembre, ha erogato ben 50 milioni di euro a 88 imprese che, chiaramente, avevano ricevuto l’imbeccata giusta dai soliti “comparelli” all’interno del Palazzo. La lettura più istruttiva, per capire la realtà calabrese, è quella del BUR, il Bollettino Ufficiale della Regione; abbonatevi come ho fatto io, ne vedrete delle belle e, per esempio, leggendo quello del 30/12/08, potrete trovare l’elenco delle 88 imprese di cui sopra e, magari, avviare una breve indagine per capire come impiegheranno questi fondi, quanta gente andranno ad assumere ed, in sintesi, quale beneficio ne deriverà alla società calabrese.
Venticinque anni fa veniva assassinato dalla mafia, il giornalista catanese Pippo Fava, lo voglio ricordare con questa citazione da un suo articolo apparso sulla rivista “I Siciliani”, da lui fondata e diretta, nel febbraio del 1983:
“…Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto, ad un uomo politico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insediato al posto di potere egli ti poteva garantire una raccomandazione, la promozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro. Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i parlamenti e le assemblee regionali e comunali degli uomini peggiori, spiritualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla società. Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua….”
un tale Franco Arcidiaco