UN CONSIGLIO…COMUNALE – RUBRICA DI SOPRAVVIVENZA URBANA E DI CONSIGLI AL MANOVRATORE
di Franco Arcidiaco
Non vi nascondo che fino a quando non si è cominciato a parlare di “Centrali a carbone”, pensavo che il carbone non esistesse più da un pezzo; ora addirittura scopro che tali centrali sono disseminate un po’ dappertutto, che questo combustibile è tutt’altro che in via di estinzione, che addirittura ci sono in circolazione “navi carboniere”
che lo scorazzano in lungo e in largo tra gli oceani per alimentare le centrali e che, soprattutto, il suo utilizzo costituirebbe un modo ecocompatibile di produrre energia. La multinazionale svizzera (Sei SpA) che ha rilevato l’area dell’ex Liquichimica dove dovrebbe sorgere la centrale, ha comprato intere pagine di giornali quotidiani per magnificare la bontà della sua iniziativa, ha parlato di impatto ambientale pressoché nullo, di soluzioni tecnologiche avanzatissime, di emissioni di anidride carbonica insignificanti e, soprattutto, di significativi risvolti occupazionali, nell’ordine delle seicento unità. I giornali hanno incassato i bei soldini della pubblicità, hanno fatto passare qualche giorno ed hanno cominciato ad ospitare il dibattito “centrale sì, centrale no”.
Le voci più equilibrate che si sono levate mi sono parse quelle dei due sindaci direttamente interessati, Loris Nisi di Montebello e Giuseppe Iaria di Melito Porto Salvo; ambedue hanno parlato dell’opportunità di affidare la questione a mani esperte senza opposizioni preconcette e falsamente ideologiche.
Più di maniera sono risultate le posizioni degli ambientalisti e dei consiglieri e/o amministratori regionali. Sappiamo tutti, quanti danni la politica ha procurato al nostro territorio, lo scempio di Saline con le sue incompiute è sotto i nostri occhi da decenni, è una ferita quotidiana che ci viene inflitta ogni qualvolta percorriamo la 106; il “pacchetto Colombo” offerto come una riparazione allo scippo del Capoluogo, si è rivelato un vero e proprio “pacco”; di tutte quelle mirabolanti promesse ci è rimasto solo il porto di Gioia Tauro, ma per un puro caso e cioè per l’intuito di un grande imprenditore genovese, Angelo Ravano, che si trovò fortunatamente a passare da quelle parti al momento giusto.
La “Liquichimica” e le “OGR” Officine grandi riparazioni delle Ferrovie, si sono dimostrate ben presto un grande bluff, figlie del solito sciagurato sistema di drenaggio di denaro pubblico di cui sono maestri i politici meridionali.
Oggi questi stabilimenti sono un ammasso di ferraglie che nessuno è stato nemmeno capace di smantellare. Mi viene da ridere quando sento parlare i cosiddetti ambientalisti di rispetto dell’ambiente, in un territorio come quello della nostra provincia che è certamente uno dei più devastati dell’intero pianeta; ma dov’erano in tutti questi anni quando ottocento chilometri di meravigliosa costa venivano sommerse da tonnellate di cemento?
Dov’erano quando l’inciviltà dei calabresi e la complicità degli amministratori, disseminava il nostro territorio di orrendi ecomostri che hanno compromesso definitivamente il paesaggio della nostra regione?
Ma perché nessuno parla mai di demolizione e di riqualificazione dell’ambiente, a parte qualche valida iniziativa dell’Assessorato Regionale all’Urbanistica che mi auguro riesca a giungere a termine prima della scadenza della legislatura?
Il movimento ambientalista italiano, peraltro assolutamente insignificante dal punto di vista elettorale, si è caratterizzato soprattutto per il suo dilettantismo massimalista ed ha trovato in due personaggi come Alfonso Pecoraro Scanio e Chicco Testa i suoi massimi profeti. Sappiamo tutti che Pecoraro Scanio, al di là delle vicende giudiziarie ancora da chiarire, è il principale responsabile dello scempio dello smaltimento dei rifiuti in Campania, ma quello che è veramente ineffabile è il mitico Chicco (che non è un bambino di sei mesi, ma un ultracinquantenne); dovete sapere che questo signore, un paio di decenni addietro, è stato il profeta dell’antinuclearismo, l’animatore ed il trionfatore del referendum antinucleare che portò allo spegnimento delle centrali ed alla sospensione della ricerca per lo sviluppo del nucleare in Italia: pare ancora di vederlo, idolo delle anime candide ambientaliste, arringare le folle con argomentazioni apocalittiche e con toni da profeta fine mondista.
Con l’avvento del primo governo Prodi, il suo impegno fu ripagato con la nomina di Direttore generale dell’Enel, che sarebbe come se papa Ratzinger nominasse oggi il sottoscritto Cardinale camerlengo. Ebbene, a distanza di quindici anni, il buon Chicco (vedi intervista a “Prima Comunicazione” del mese scorso) dichiara testualmente: “Sul nucleare sono stato un falso profeta, i miei anni all’Enel sono serviti a farmi capire che esiste un modo tutto diverso di ragionare […] mi sono convinto che il ricorso all’energia nucleare è il solo modo per risolvere i problemi energetici”!!! Morale della favola: come possiamo fidarci oggi di personaggi il cui unico interesse è quello di mantenere il proprio posto di potere e che si arrogano il diritto di pontificare su materie che disconoscono?
Aspettiamo pertanto, prima di decidere, che persone competenti, al di fuori delle congreghe politiche, decidano se le centrali a carbone siano ancora proponibili nel 2008, e, qualora il responso dovesse risultare negativo, impegniamoci subito per la cancellazione definitiva dello scempio di Saline: tutta l’area, ciminiera compresa, deve essere demolita e bonificata ed immediatamente destinata ad insediamenti ricettivi turistici, l’adiacente porto venga adattato per accogliere le imbarcazioni da diporto, solo allora i nostri politici potranno parlare di “vocazione turistica” della nostra provincia senza farci scompisciare dalle risate!