Polistena storicamente ha sempre dato tanto ai Ds e così l'elezione di Domenicantonio Formica
a segretario cittadino del partito non è passata inosservata
Incontriamo il neosegretario Formica nel suo Studio dove da circa un trentennio svolge
la sua attività come impresario edile. Studio- fortezza o Studio aperto sempre a tutti?!
– Come mai pur esperto di politica, fin ora ha preferito un ruolo di secondo piano?
La mia funzione nella realtà del Partito dopo la formazione del Partito nuovo dei DS
è stata quella di radicare questo nuovo nucleo di compagni storici che veniva tutto dal vecchio PCI, per cui non c’era né la disponibilità né il tempo per assumere funzioni pubbliche o mettersi in mostra; così ho preferito un lavoro oscuro, un lavoro di formazione. L’ imperativo categorico che in quella fase mi sono dato è stato quello di espandere il Partito e renderlo pregnante nella società polistenese e far diventare i DS a Polistena una realtà concreta.
– Secondo la sua visione della politica un leader incassa voti perché promette, perché
è onesto e leale o perché alla base ha un gruppo con concezioni, usi e costumi simili e
che con socievolezza si aggrega nei luoghi di ritrovo dove nasce l’ opinione pubblica, diventando alla fine potenza sociale e politica?
Io ritengo che un leader diviene tale nella misura in cui sa aggregare parte della società, quando fa sue problematiche che assillano gli strati più deboli, quando entusiasma giovani, donne, lavoratori attorno ad obiettivi concreti. Questo è il tratto del leader che ottiene il consenso… Infatti questa impostazione di lavoro è stata il successo elettorale conquistato dopo dieci anni di dura opposizione contro un sistema di potere che aveva piegato le intelligenze e la voglia di democrazia nella nostra città.
– Lei in passato ha fatto parte del Comitato di Gestione del S. M. degli Ungheresi la sua
visione dell’ ASL 10 di oggi qual è?
Il discorso su questo versante sarebbe lungo…perché è stato l’ impegno più grande e più
significativo della mia esperienza politica, dato che sin dal 1971 fui Membro del Consiglio di Amministrazione dell’ Ospedale, punto di riferimento per molti sanitari calabresi che ambivano per poter espletare la loro attività nel nostro Presidio, pur avendo noi, introdotto il tempo pieno e non parziale. Lavorare al S. M. degli Ungheresi voleva dire lavorare alla Struttura Pubblica… Vorrei ricordare importanti nomi come: Dott. Mazzitelli, Dott. Branca, Dott. Guidace, ecc.
Per onestà intellettuale bisogna dire che un grande ruolo l’hanno svolto le Organizzazioni
Sindacali per alcuni aspetti e per altri un elogio va al personale dipendente.
Oggi, mi rendo conto che ASL 10 ha ridimensionato l’ampliamento che c’ era stato, basti pensare, che nel presente qui a Polistena, manca una TAC.
– Per i medici ospedalieri se dipendesse da Lei adatterebbe il metodo del medical-audit?
Si, sarebbe una scelta strategica che purtroppo non viene rigorosamente eseguita.
– Concludiamo con l’inaspettato evento dei ragazzi della Sinistra Giovanile dei DS
che non hanno condiviso la sua elezione, è stato anche Lei nella fila dei giovani del
vecchio PCI avendo come esponente di punta il sen. Mommo Tripodi, secondo Lei hanno
contribuito i giovani di allora (Lei compreso) alla splendida carriera politica di Mommo
Tripodi?
Si, indubbiamente, nel vecchio PCI grandi ideali animavano i giovani di allora nelle
battaglie politiche.
Sulle questioni recenti riguardo alla mia elezione e all’atteggiamento assunto dai ragazzi
della Sinistra Giovanile, non tutti hanno abbandonato la sala. La motivazione della mia
elezione è stata quella di unificare il Partito renderlo consapevole che è una forza di
governo e non più di opposizione.
Il mio obiettivo rimane tuttora un gran rilancio della Sinistra Giovanile su basi di
responsabilità nuove e l’ avvio di una stagione di dialogo partendo dalla maggioranza
ed estendendosi a tutte le forze del centro-sinistra della città, con carattere di
priorità e gradualità nelle scelte.
MARIA BOETI