Non è dispersiva come Roma o Milano, dove il successo di una serata è legato ad una legge dettata da “chi conta”: se non fai parte di una lista, di un gruppo, di un’elitè, puoi scordarti di entrare. Ma non è neanche il paese di provincia, dove il posto è uno e deve andare bene un po’ per tutti. A Reggio, di questi tempi, non passa un mese tra la nascita di un nuovo locale, la chiusura di un altro e la rispolverata di vecchi posti “Vintage” un po’ demodé. E, nelle serate di punta il fine
settimana, se non hai gli agganci giusti, se non hai fiuto, rischi di finire in una festa dove gli adolescenti la fanno da padroni o dove la musica suona solo cover anni 60. In riva allo stretto, di norma, la regola è sempre la stessa. Di notte è caccia alla “bella gente”. Ma chi è? Chi sono queste persone che speriamo di incontrano azzeccando il locale giusto? Chi è che consacra, con la sua sola presenza, il successo di una serata? Se lo chiedi proprio a loro, al popolo della notte, nella maggior parte dei casi ti sentirai dire “è la gente che non crea problemi” o “è la gente che vuole e ama divertirsi”. Piccole innocenti bugie. La risposta, più semplice, vorrebbero darla tutti ma non ci pensano proprio o per vergogna, perché suona un po’ stupido, o per superbia, perché lo pensano ma non vogliono sentirlo dire, tanto più dalla loro voce. Ma è così. Bella gente sono sopratutto i calciatori. Un mito che non tramonta. Squadra nella massima serie, atleti professionisti, ragazzi bellocci, ambitissimi, che lavorano in calzoncini corti e guadagnano in un anno quello che un operaio (magari anche lui belloccio e in calzoncini) non tira su in una vita. Niente da dire. Se nel tuo locale arriva quel gruppo ristretto di ragazzi che svestono la divisa, con tanto di corteo di ammiratori (o ammiratrici?), il gioco per metà è fatto. Il livello si alza e pagare qualche euro in più per la drink Card è il minimo che si possa accettare. Eppure gli amaranto non bastano. E’ necessario che la serata sia corredata da un buon dj, da un barman che sappia venire incontro alle tue richieste e da un PR che sia in grado di fare una buona scrematura nell’elargire i biglietti di ingresso. Perché, tornando al discorso di prima, in una serata di “bella gente” lo devono essere un po’ tutti. Anche se si presentasse la formazione al completo con tanto di mogli o fidanzate il numero sarebbe sempre ristretto, mentre una serata con la “S” maiuscola deve contare il suo minimo di 500 presenze. E allora eccoli. Bella gente sono i professionisti; per gli uomini è un’apposizione imprescindibile. Se non sei avvocato, ingegnere, commercialista o se non hai una tua attività di rilevo sei decisamente out. Per le donne è diverso. La laurea, la posizione professionale interessano poco o niente. Basta avere le misure giuste, i capelli in ordine, un paio di amiche carine quanto a te e voglia di ballare e muoverti. E allora che tu sia una giovane imprenditrice, una plurilaureata, una commessa o una cameriera non cambia proprio niente. Tu sei la bella gente esattamente come gli altri. Hai pagato la Drink Card, il tuo biglietto di omologazione. Ingiustizie dei sessi. A gli uomini si chiede fisico e cervello, e se il fisico non c’è, occorre almeno il conto in banca. Per le donne un bell’aspetto è più che sufficiente anche perché se il cervello ce l’hai, più che attrarre, rischi di spaventare. Poi c’è la situazione top. Ovvero, se per qualche colpo di fortuna riesci a portarti dietro un gruppetto di amici (gli uomini vanno per la maggiore) di Catania o magari di Milano, sei il massimo. Abituati a stare tra la bella gente ne rappresentano proprio loro la quinta essenza. Le facce nuove, di un certo tipo, sono sempre gradite. Se hai tutti questi ingredienti, bella gente, bella musica, una buona scelta di rhum e un paio di giocatori in maglia amaranto, il gioco è fatto. La serata è riuscita e se il tuo Pr non era solo un bluff, allora puoi essere sicuro di avere imposto il must della tua serata per tutta la stagione. Non ti serve nient’altro. C’è il contorno, luogo e persone, ci sono i protagonisti: la musica che ti coinvolge, l’alcol per lo stordimento ed il torpore dei sensi.
mlc