La senti nell'aria, nelle chiacchiere della gente, nella frenesia dei ragazzi, negli abiti scollati delle ragazze; l'estate sta arrivando.
Improvvisa, quasi sgarbata, come da tempo accade a Reggio.
Non fai in tempo a gustarti quel bel giaccone da "mezzo tempo" che sei già in riva al mare.
Si, ma, dopo l'anno scorso qualcosa è cambiato.
Dopo l'anno scorso molto è cambiato e non è cambiato solo nei fatti; conseguentemente ad un'estate reggina molto diversa è mutato l'approccio dei reggini all'estate.
Alla loro estate.
Si, perchè per decenni i mesi che vanno da giugno a settembre hanno rappresentato, in qualche modo, una fuga dei reggini dal loro mare.
Una fuga stabile o momentanea, ma, comunque, una fuga che metteva il fiocco sulla non appartenenza al proprio mare.
Un mare col quale Reggio nella storia non ha mai intrattenuto un rapporto idilliaco.
Molto più spesso patrigno che padre affettuoso, assai più volte foriero di disgrazie che non portatore di risorse e di opportunità.
Ma dall'estate 2005 qualcosa è cambiato.
Il nuovo look – ma qui si tratta di un qualcosa che va ben al di là della semplice estetica- del lungomare reggino ha regalato allo stesso quella dignità per la quale il povero Italo Falcomatà si era battuto a fondo nell'ottenere la realizzazione, dopo 25 anni, della nuova Via Marina.
E sul lungomare, a lui intestato, l'ideale testimone lo ha raccolto il Sindaco Scopelliti che ha capito, ha intuito.
La differenza, come sempre, la fa l'idea, prima ancora della sua realizzazione e la fantasia, la voglia di provare ad andare oltre rappresenta spesso il valore aggiunto.
Come ogni Sindaco (soprattutto delle città del Sud) Scopelliti opera da sempre in bilico tra il consenso e la disapprovazione, in bilico tra l'apprezzamento e la stigmatizzazione, ma sul nuovo lungomare giudizio positivo è stato (e non poteva essere diversamente) unanime.
I lidi, ma soprattutto la vita che gira attorno a loro, ha ridato linfa all'estate reggina; ha restituito alla città l'appartenenza dell'estate a Reggio, a casa.
E se volete venite voi da noi, stavolta; dall'estero, dal Nord o anche dalla provincia, perchè la nostra estate, quella reggina, su questo lungomare, con questi lidi, è la più bella del mondo.
Eccessivo? Forse, ma la voglia di tornare a stupire -in positivo- l'Italia, il desiderio fisico ed unico di percepire la meravigliosa notte dello Stretto sulla pelle, adesso in riva al mare, appartiene a tutti, non ha colore politico.
Come non hanno colore politico le migliaia di persone (attenzione, non solo giovani e giovanissimi) che fino a notte alta sono lì, sul lungomare a tre livelli, dove il glamour e la tradizione si sfiorano, si toccano ma non fanno mai a cazzotti.
Lì, dove la natura – e per una volta anche l'opera dell'uomo- ti ricordano per che cosa, in fondo, vale la pena vivere.
Anche per gustarsi la luna riflessa sul mare davanti alle luci di Messina. Con alle spalle uno dei più straordinari giardini botanici d'Italia; solo che ad avercele sempre le cose belle non fanno più specie.
Ma alla nuova estate reggina ancora non ci siamo abituati.
Che la movida torni, il conto alla rovescia è appena cominciato.