E’ stata diffusa la relazione del Centro Studi Sintesi, che ha realizzato uno studio di monitoraggio dei processi di concentrazione bancaria e degli indici di densità degli sportelli nelle province italiane negli ultimi dieci anni. Dal documento emerge che in Italia ci sono meno banche ma più sportelli: un aumento dell’83% in Sardegna, del 45,7% nelle Marche, del 40,2% in Abruzzo.
Gli istituti di credito in Italia sono passati da 953 nel ’96 a 781 nel 2005, con una diminuzione del 16,7%. Di contro, gli sportelli bancari sono aumentati circa del 30%: 24.131 dieci anni fa, 31.235 alla fine dello scorso anno. Riconducendo l'analisi a livello regionale si desume che solo nelle regioni della Lombardia, della Toscana e della Sardegna si registra un importante incremento del numero di banche operanti sul territorio, mentre in tutte le altre il dato riporta una netta flessione. Nel corso del periodo considerato, sono soprattutto gli istituti bancari operanti nelle regioni della Basilicata, della Valle D'Aosta, del Molise, dell'Abruzzo, della Campania, della Sicilia e della Calabria, che conta un -50,0%, a vedere drasticamente ridimensionato il loro numero. “Una vera e propria rivoluzione – secondo i ricercatori del Centro Studi Sintesi – nata da un processo di concentrazione che ha coinvolto quasi la metà dell'intero settore bancario e che ha prodotto negli ultimi dieci anni ben 451 operazioni di concentrazione, 285 delle quali attraverso strategie di fusione”. Questo processo di concentrazione non si è limitato ad alcune importanti operazioni di acquisizione da parte degli istituti di maggiore dimensione, ma ha interessato anche un certo numero di fusioni tra banche di dimensione più modesta o comunque a carattere tipicamente locale. In particolare, se si guarda al numero delle operazioni effettuate, si può notare che una quota consistente del totale (188 su 285) fa riferimento, nell'ultimo decennio, a banche che appartengono allo specifico settore del credito cooperativo, che evidentemente ha subito una profonda trasformazione. Operazioni che hanno portato, in alcune aree del Paese, a delle vere e proprie condizioni di oligopolio. In Sardegna le prime sette banche detengono l'88,2% del mercato bancario, seguita dalla Valle d'Aosta, dalla Basilicata, dalla Calabria (dove la Banca Carime S.p.a. detiene il 66,6%), dal Molise e dal Friuli Venezia Giulia.